Dopo 17 anni Geoff Farina decide che i suoi acufeni possono farsi momentaneamente da parte e l’idea di fare un tour reunion con i compari della sua più famosa creatura musicale diventa realtà.
Dopo le date americane si aggiungono quelle italiane, e se uno di questi appuntamenti decidi di farlo capitare a Roma, non è che ci puoi pensare troppo a chi chiamare per aprire il concerto. Ora, io nasco romano, ma romano non sono. Nel senso che qui a Roma chi si dice romano è romano di generazione. E io non lo sono. Io sono il primo delle mie famiglie di origine nato a Roma e quindi non ho avuto in casa dischi di Lando Fiorini o di Alvaro Amici. Non ho racconti di cose successe nei rioni romani, né storie de vita passate all’ombra der Lungotevere o nelle trattorie de Trastevere. E quando nel 2005 esce il primo disco degli Ardecore, la botta è stata forte. Canzoni romane, arrangiate in chiave post punk e legate a stretto giro al noise-jazz degli Zu. Un’epifania, per me che romano sono ma senza i racconti de nonno. Quel CD l’ho consumato, quel CD l’ho regalato almeno ad altre 10 persone: “ascolta questo. capirai Roma di allora e quella di adesso”.
Dopo quasi vent’anni dall’esordio, Giampaolo Felici mette su un gruppo che rende giustizia ai suoni originari della band, per portare sul palco il primo volume del disco distribuito da La Tempesta di Davide Toffolo, in cui vengono musicati i testi del poeta romano Giuseppe Gioachino Belli. La mia presenza stasera a questo concerto è soprattutto per loro. Stasera si va in scena prima dei Karate di Geoff Farina, quegli stessi che condivisero il palco nel tour del 2003 proprio con Felici e i suoi Blind Loving Power insieme con gli Zu, con una scaletta che già sappiamo telefonata, la stessa che hanno portano in giro a giugno negli U.S.A. Una scaletta che ripercorre tutta la storia della band americana, che proprio a Roma misero la parola fine nel 2005. E quindi eccoci qua: Villa Ada, venticello e zanzare. Puntualissima comincia la nuova formazione degli Ardecore che, come si poteva ben immaginare, riproporranno tutto o quasi il disco uscito a maggio. Tra tutte le sensazioni provate durante il loro set, quella di Jacopo Battaglia alle sole percussioni e praticamente cerimoniere del palco insieme a Giampaolo Felici è quella più gradita per chi scrive. Fa strano non vederlo impegnato a pestare come un ossesso i tamburi, ma è davvero l'elemento in più dello spettacolo. I brani scorrono potenti e intimi e la bravura di tutti e 8 i membri della formazione fa volare via i tre quarti d’ora concessi al gruppo romano con molto piacere. Manca solo un pezzo e Felici tra “L'aribbartrato e “Fiore de gioventù” fa scegliere il pubblico.
Ovviamente la scelta è per il brano tratto dall'esordio del gruppo e finisce così la prima parte della serata. Cambio palco ed eccoci qua, dopo 17 anni, ad ascoltare finalmente la band di Boston con le note del brano di apertura “Bass Sounds”. La scaletta come detto sarà la stessa portata in giro dall'inizio di questo tour, e i pezzi scivolano via uno dietro l’altro, sembrando a volte un po’ ripetitivi, ma chi stasera aveva voglia di Karate, non può che non esserne soddisfatto. Una scaletta che pesca da tutti i lavori del gruppo, una sorta di best of, com'è giusto che sia d'altronde per un tour reunion. “Gasoline” e “Sever” i momenti più alti del concerto, seconde solo alla cinquina tratta da uno dei dischi più importanti per il post-core degli anni duemila, “In Place of Real Insight”, che viene chiusa da una tiratissima “New Martini” e che viene introdotta da un emozionato Geoff Farina ricordando che proprio qui a Villa Ada tennero il loro ultimo concerto prima dello scioglimento della band.
Acclamati a gran voce ritornano per il consueto bis e dopo i 2 brani proposti e mentre le luci si accendono perché la mezzanotte sta arrivando, ripenso al mio personale concetto di esperienze dal vivo in ambito di concerti musicali. Per il sottoscritto i concerti si dividono principalmente in due categorie: quelli che prendono la creatura messa su supporto, la rielaborano e ne fanno vita nuova -a volte magari stravolgendone di fatto l’idea originaria- e quelli che suonano la riproduzione fedele dei brani, magari col sing-a-long del pubblico, e che affidano alla loro creatura il compito di fare lo show. I Karate fanno parte sicuramente della seconda categoria, e ieri abbiamo assistito nelle quasi 2 ore di concerto del trio americano, ad uno spettacolo ben fatto ma soprattutto suonato in maniera superlativa e che dalle facce e dagli umori del pubblico sembra essere stato un bellissimo tempo che fa capire, alla fine di tutto, quanto sia importante ritornare a condividere la musica insieme alle persone, nello stesso luogo.
Setlist Ardecore
1. La carità 2. Er zagrifizzio d’Abbramo 3. Uno mejo dell’antro 4. Campo Vaccino 5. Er decoro 6. La poverella 7. Er cimiterio de la morte 8. Er confortatore 9. Er codisce novo 10. Fiore de' gioventù
Setlist Karate
1. Bass Sounds 2. If You Can Hold Your Breath 3. There Are Ghosts 4. Gasoline 5. Diazapam 6. Small Fires 7. First Release 8. Original Spies 9. Water 10. Operation: Sand 11. Sever 12. This, Plus Slow Song 13. On Cutting 14. Today or Tomorrow 15. The New Hangout Condition 16. New Martini
17. This Day Next Year 18. - - -
Articolo del
05/08/2022 -
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