Devo a lei i miei primi passi di riavvicinamento verso la canzone italiana (una volta finita l’epoca dei grandi cantautori), devo a lei il semplice fatto di aver provato emozioni vere ascoltando molte delle sue canzoni, ero ad ascoltarla qui all’Auditorium nel lontano 2001 , torno adesso venti anni dopo giusto per constatare che Elisa è rimasta se stessa, malgrado il successo, malgrado sia diventata una celebrità, e malgrado il colossale progetto “live” rappresentato da questo “Back To the Future “ tour.
Siamo all’ultima tappa di una serie di concerti che ha volutamente toccato tutte le regioni di Italia, nessuna esclusa, perché mai come in questa occasione ha voluto essere vicina alla sua gente, far sentire loro il suo messaggio, non solo musicale, ma fatto di una nuova consapevolezza nei confronti del destino della Terra, nel segno di un profondo rispetto per la Natura e di tanto amore per ogni singola forma di vita. Elisa infatti è diventata recentemente testimone delle Nazioni Unite per la Campagna SDG (Sustainable Development Goals) per uno Sviluppo Sostenibile e si sta impegnando con tutta se stessa per la riuscita della sua missione. Il concerto di questa sera si apre con brani come “Seta” e “Come Sei Veramente” tratti dal suo ultimo doppio album, “Ritorno al Futuro”, ma poi ci sarà spazio per vecchi successi come “Heaven Out Of Hell”, “ Qualcosa Che Non C’è”, “Gli Ostacoli del Cuore” , la straordinaria “Luce (Tramonti a Nord Est)“ e “Stay”, cantati a gran voce insieme ad un pubblico che la ama e che è semplicemente entusiasta di stare lì ad ascoltarla.
Sonorità decisamente “rock” che vanno decisamente oltre la dimensione “pop” di alcune sue ultime produzioni in studio. Elisa salta e balla in lungo e in largo sul palco della Cavea, cerca i singoli spettatori, li guarda negli occhi, li riempi di gratitudine e di amore in uno scambio quanto mai reale, non di maniera. L’energia vitale di Elisa fa breccia nel pubblico, il “feedback” con la sua gente è continuo e lei si trova perfettamente a suo agio in questa dimensione “live”, assecondata da una tour band di valore e da un gruppo di coriste veramente brave. Le canzoni sono intervallate da citazioni importanti, come il messaggio registrato su “video clip” dal Dalai Lama che appare sul monitor della Cavea e come la lettura di “Natura è quel che vediamo”, una poesia di Emily Dickinson che bene si abbina al tema portante dello show. Un momento particolare della serata è rappresentato dalla esecuzione di “Hallelujah'” di Leonard Cohen, che però Elisa ha voluto riproporre nella versione che Jeff Buckley esegue su “Grace”, un disco che è stato fondamentale per la sua crescita artistica e che Elisa consiglia fortemente a quanti non ne fossero ancora in possesso.
Ogni volta che vedo Elisa dal vivo resto come sopraffatto , o quanto meno sorpreso, dalla semplicità del suo approccio che va poi ad inserirsi in un contesto musicale altamente epico, con forti richiami al “rock progressivo” della metà degli anni Settanta. La voce di Elisa da sola vale il contributo di una orchestra : sa essere tenera, infinitamente melodica e sognante, sa essere combattiva e altisonante quando serve , con una intensità straripante. Nonostante le misure di contenimento del servizio d’ordine (peraltro garbate) il concerto finisce con il pubblico che abbandona i posti a sedere e si riversa in piedi sotto palco a ballare sulle note di brani molto conosciuti come “No Hero”, “Fucking Believers” e “ Together “. Una vera festa a cui Elisa partecipa con una dedizione sincera e totale.
SET LIST
Intro/Let me Show’s Rollin’ Come sei veramente Seta Palla al centro Rainbow L'anima vola A tempo perso Heaven Out of Hell Hallelujah (Leonard Cohen cover) Yashal Anche fragile Eppure sentire (un senso di te) Silent Song Qualcosa che non c'è Gli ostacoli del cuore O forse sei tu Se piovesse il tuo nome I Feel It in the Earth Luce (tramonti a nord est) Stay No Hero Fuckin’ Believers Together
(foto di Salvatore Orfino)
Articolo del
22/09/2022 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|