Torna in Italia il songwriter Matt Elliott per un paio di date e arriva anche a Roma nel rinato e storico locale Init, divenuto ora RCCB - Init, e spostatosi in una nuova location. Un luogo che sembra quanto mai azzeccato per il sound di Elliott, che tra il palco, il bar e il biliardo posto in prossimità dello stesso, sembra quasi echeggiare quelle atmosfere fumose di Drinking Songs, uno dei suoi album più famosi e pietra miliare del cantautorato dall'animo folk degli anni duemila.
Il suo live conserva la magia silenziosa dei suoni eleganti, l'incantesimo di un'atmosfera intima e raccolta. Matt Elliott è solo sul palco, circondato da luci blu e verdi, mentre muove gli “spiriti” della sua loop station, lambisce le corde della sua chitarra, modella i suoni del sax, restituendo ritmiche dal sapore lontano, contaminazioni folk a tratti oscure e sperimentali.
Le sue canzoni, tra le altre la splendida title track dell'ultimo Farewell to All we Know, custodiscono la malinconia delle parole e del tempo e sprigionano sulla scena una forza rarefatta e dilatata, mentre la sua voce corposa e di una potenza struggente, disegna tavolozze melodiche struggenti e il tappeto sonoro muove le file di una quiete appagante.
Un concerto di Matt Elliott è un po' come vivere un viaggio interiore, immersi nel dolce spleen del suono. Lui è l'eroe pronto a manipolare i suoni, a condurci lungo le intime distese sonore dell'anima, che, lente e vorticose al contempo, coccolano i sensi.
Articolo del
28/09/2022 -
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