Stefano Bollani e Hyung-ki Joo si incontrano sul palco dell'Auditorium per eseguire il Concerto per due pianoforti di Francis Poulenc. Questo concerto è stato commissionato nel 1932 dalla Principessa de Polignac, Winnette Singer, una mecenate statunitense naturalizzata francese, ed è stato eseguito per la prima volta al Teatro della Fenice a Venezia, nello stesso anno.
L'Auditorium diventa il palcoscenico di questo divertissement, un luogo in cui le tensioni possono essere lasciate fuori e ci si può godere di questa magnifica allegria. Il Concerto, composto rapidamente, ha un sapore neoclassico francese che strizza l'occhio a Mozart e Ravel. È scritto con lo stile brillante e versatile di un compositore multiforme ed è eseguito grazie all'incontro tra Bollani, un artista prolifero, poliedrico e sperimentale, e Joo, un pioniere della diffusione della musica classica sui social network, che mira a ispirare le generazioni future. Questa combinazione crea una commistione di stili che rende l'esperienza unica.
I due artisti irrompono sul palco, accolti dall'Orchestra Nazionale di Santa Cecilia. Si siedono sui loro sgabelli e ci raccontano una storia, piena di virtuosismo e classicità postmoderna, eseguendo con gioia una trama leggera e al contempo serissima. Poiché Poulenc stesso incorpora la tradizione di Mozart e Ravel, giocando al contempo con il teatro e la gag. Ed è proprio questa alternanza giocosa che caratterizza l'armonia musicale e scenica di questo duo contemporaneo. I contrasti tonali sono accompagnati da un'orchestra cinematica, dai toni gershwiniani, tanto amati da Bollani, che crea un'atmosfera suggestiva.
L'esecuzione dei primi tre movimenti, che durano circa 25 minuti, mette in mostra l'abilità esecutiva dei musicisti, frutto di una pratica accurata e completa, lasciando il pubblico estasiato e affascinato. Con le dita che scivolano agilmente sui tasti, i due pianisti si sfidano con tonalità scintillanti. Bollani racconta la sua fervente passione per Poulenc e Joo risponde con maestria, creando così un'esperienza musicale fresca e stimolante.
Tuttavia, Bollani non rinuncia alla sua passione viscerale per gli accostamenti azzardati e, fuori dagli schemi tradizionali, offre il suo tocco "brasileiro". Joo lo accoglie e insieme continuano questo scherzo musicale, danzando a ritmo di una samba anch’essa dal sapore neoclassico, mistura di cui Bollani è maestro e menestrello.
Il concerto prende il volo con l'esecuzione finale del Gran Galop Chromatique di Liszt, un finale davvero adatto a questo spettacolo che non lascia spazio per indugi.
Articolo del
03/06/2023 -
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