Alla sua ventiseiesima edizione, Asti Musica apre i battenti con un concerto d’eccezione: Alice canta Battiato. Il tour, iniziato del 2020 e tutt’ora in corso, approda fra i ciottoli e le stelle di Piazza Cattedrale per la sua prima data ufficiale estiva.
L’aspettativa è molto alta, la piazza gremita di persone in profonda attesa delle meravigliosa voce di Alice, che ancora una volta diviene il mezzo per veicolare l’immenso patrimonio artistico lasciato alla musica italiana da Franco Battiato.
Questo straordinario progetto musicale (e culturale) è nato dalla sinergia fra Alice e Carlo Guaitoli. Pianista e direttore d’orchestra, già da oltre vent’anni collaboratore di Battiato stesso, accompagna Alice sul palco anche per il tour estivo. Quest’anno, però, l’atmosfera si arricchisce con la presenza anche del magnifico violoncello di Chiara Trentin.
Alice, che l’anno scorso ha ricevuto il Premio Tenco e pubblicato il suo nuovo lavoro discografico “Eri con me”, sedici canzoni di Franco Battiato, sale sul palco accolta da un affettuoso applauso.
È meravigliosa nella sua essenzialità, la lunga chioma di capelli, lo sguardo profondo e il grande sorriso, la linearità del suo tailleur blu scuro. Allarga le braccia per accogliere tutto il suo pubblico e inizia a cantare.
La voce arriva sottile e potente, come se appartenesse sia alle stelle che alle viscere della terra.
Da subito s’infila nel cuore, si prende tutta l’aria e da quel momento in poi è impossibile staccarle gli occhi di dosso. Prende per mano il suo pubblico e con lui inizia un viaggio.
Apre il concerto con Eri con me per scivolare su Da Oriente ad Occidente, e il pubblico la segue, emozionato e quasi in religioso silenzio.
Approda poi su Veleni, l’ultima canzone che Franco ha scritto per lei mentre lavorava sul documentario Attraversando il Bardo, il piano e il violoncello si sfiorano sulle note di questa meravigliosa canzone.
L’addio, altra canzone senza tempo, che Alice interpreta con un sentimento profondo, accarezzando le note, che entra nella pancia, che sta sulla soglia del cuore. Così come l’interpretazione magistrale di Segnali di Vita, che si conclude con un lunghissimo e sentito applauso di tutto il parterre.
Una lunga ed emozionante intro al pianoforte anticipa Io chi sono? che ascoltata con l’aria fresca della sera che accarezza la pelle fa restare con il fiato sospeso, come se ci si trovasse tutti su una nuvola fatta d’emozione.
Si vola con la voce di Alice e il suono profondo del piano, che ha la dolcezza di un angelo la saggezza di illuminato.
Alice interagisce molto spesso con il pubblico, parlando del suo rapporto artistico con Battiato: “Franco ci ha lasciato molto più che canzoni …ci ha lasciato una domanda chiave x il nostro percorso evolutivo, la sua esperienza per tenerci per mano e poi ci ha donato la risposta. Questo applauso è per Franco!”
Altra interpretazione superba per la magnifica Gli Uccelli, come anche Povera patria, che Alice canta seduta, con la sua voce limpida ma ma calda come il fuoco che sa riscaldare e a volte bruciare.
Le note del violoncello si lacerano sopra il piano su Il re del Mondo, come il gioco di luci, rosse e scure, che sottolineano i toni drammatici della canzone. Il piano picchietta le note iniziali di Summer on a Solitary Beach per poi aprirsi e incitare la voce di Alice che, accarezzando la musica, galleggia con maestria sulle note fibrose del violoncello.
Alice dona al pubblico una meravigliosa versione di I treni di Tozeur, cantata per la prima volta insieme a Franco all’Euro Festival nel 1984 (oggi Eurovision).
Ad Asti se alzi la testa e guardi su si vedono ancora le stelle, che fanno da splendida cornice a questa performance unica nel suo genere.
“Franco ha scritto canzoni straordinarie e credo irraggiungibili dalla storia della musica italiana. Lui le ha scritte, per fortuna, ci sono e sempre ci saranno”.
Alice continua con La Stagione dell’Amore, che il pubblico apprezza particolarmente.
Ogni parola, ogni cambio di tonalità, ogni virtuosismo Alice lo soppesa con cura, con un profondo rispetto per ciò che sta cantando, con la gioia e la drammaticità che rendono viva in ogni singola parola.
“Ringrazio Asti e AstiMusica e tutti coloro che hanno reso possibile questo concerto. E grazie profondamente grazie a Franco Battiato”.
Segue una meravigliosa interpretazione de La Cura Il concerto si avvia verso una chiusura epica con Chanson égocentrique, il primo duetto che Franco Battiato ed Alice hanno fatto insieme, per proseguire con Per Elisa, traccia che non ha bisogno di ulteriori presentazioni e che ha vinto San Remo nel 1981.
“E ci salutiamo tutti insieme …tutti uniti con l’Età del Cinghiale Bianco”. Alice annuncia la canzone di chiusura di questo straordinario concerto, con il pubblico che si alza in piedi, balla e applaude.
Alice Canta Battiato è un concerto, un’opera teatrale, un atto mistico, un vortice d’emozioni che bisogna vedere live, è il ricordo di Franco Battiato ma anche la sua stessa immortalità.
Un’esperienza che ha la capacità di insegnare, emozionare, fare riflettere, divertire, che sopratutto ci ricorda il vero mestiere che la vera Musica dovrebbe fare.
Articolo del
10/07/2023 -
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