(foto di Claudia Fresu)
Lo Stato Sociale torna dopo anni di assenza dalle scene musicali e ad AstiMusica presenta una tappa del suo nuovo tour Stupito Sexy Futuro.
Piazza Cattedrale è gremita di persone, le prime file sono accalcate alle transenne e i Regaz arrivano puntuali sul palco con l’entusiasmo che li caratterizza.
È passato un mare di tempo dall’ultimo album in studio Amore, Lavoro e Altri miti da sfatare (2017) e la band è ritornata nel 2023 con un nuovo album, Stupido Sexy Futuro, dove si ripromette di lasciare perdere le divagazioni (libri, programmi tv, progetti solisti) degli ultimi anni che hanno rischiato anche di fare esplodere il gruppo, e di ritornare alle sonorità che li hanno sempre caratterizzati, ovvero dire ciò che pensano senza badare troppo alle conseguenze, ripartendo dalle origini.
Dopo il boom di una Vita in vacanza (Sanremo 2018), infatti, Lo Stato Sociale si è visto catapultato dalla condizione di band underground di rock indipendente– un piccolo gruppo di amici che suonano – a quella di band commerciale super pop, cosa, tra l’altro, che hanno sempre rinnegato nelle loro canzoni.
Ora, dopo l’esperienza di essere sulla cresta dell’onda, c’è la voglia di ritornare all’essenza, ma c’è un lato oscuro in tutto questo. Il passato non riorna mai allo stesso modo, e quindi chi sono Lo Stato Sociale oggi?
Sul palco di Asti Musica, Alberto "Albi" Cazzola, Francesco "Checco" Draicchio, Lodovico "Lodo" Guenzi, Alberto "Bebo" Guidetti e Enrico "Carota" Roberto, provano a raccontarcelo.
Iniziano con il botto con la nuova canzone Pompa il Debito che veicola, a suon di frasi ben piazzate su giri arrabbiati di chitarre, l’essenza de Lo Stato Sociale, (abbasso i ricchi e evviva i centri sociali), ma si infila anche in tematiche molto attuali, dalla femminista milanese che ti vende una maglietta a seicento euro a Elon Mask, e ce n’è davvero per tutti.
Proseguono con Mi sono rotto il cazzo, che live arriva irreverente, e si vede la gente non abituata che si guarda intorno sbigottita a sentir ripetere a rotazione il titolo, siamo pure sempre nella cortese Asti e certe cose non si è abituati a farsele dire così esplicitamente.
Ma i ragazzi sono in forma, sul palco suonano alla grande con un’intesa perfetta, hanno il tempo di saltare da un lato all’altro dello stage, di lanciare chitarre, di raccontarsi e scherzare fra loro, senza perdere colpi. E anche divertendosi (e fare divertire) parecchio.
Proseguono con Vita di m3rda 4ever, un brano nel quale raccontano di come spesso si corra sempre per ottenere cose superflue e alla fine vita si brucia e ne vanno di mezzo, facendone le spese, anche le generazioni future.
Su Sono così indie ci stanno parecchio (forse troppo) ma sono talmente godibili che non ci si accorge del tempo che passa, perché loro non si prendono sul serio, mentre raccontano di temi importanti.
Dicono quello che vogliono con ironia e sono i primi a scherzare sulle canzoni. Parlano con il pubblico, raccontano i retroscena, si cimentano in siparietti divertenti.
“Grazie mille Asti … Grazie Diavolo Rosso (il ristorante dove hanno cenato) che mi hai reso difficile stare sul palco stasera (riferendosi al buon vino rosso bevuto). La prossima canzone dice che tu puoi fare qualsiasi cosa, tutte le esperienze del mondo ma se sei con le persone giuste ti sentirai sempre a casa. Fottuti per sempre ed è per Matteo!”
Continuano fra pezzi nuovi e vecchi e live non si sente la differenza, le tematiche sono ironia, , esperienze amorose andate a finire male, impegno politico e sociale e l’età adulta che incombe sulla giovinezza; le chiacchiere di Lodo che trova sempre il modo di fare un intermezzo fra una canzone e l’altra, sintetizzatori bomba, chitarre tirate e ritmiche impetuose.
C’è anche un po’ di malinconia di fondo, perché i Regaz sanno di non essere più dei ragazzi, ma fondamentalmente si sentono così dentro, e il non riuscire ad abbandonare quel mondo, si percepisce.
Il concerto procede con un buon passo, fra strascichi di pianoforte sui quali la gente batte le mani e i discorsi divertenti di Lodo che cerca di trovare delle rime con Asti, e non ci riesce e allora Alberto lo segue e ci scherza su, “ allora siete rimAsti”, ride, e lui risponde, “Eh, già, sentivamo l’Astinenza”, si divertono e il pubblico con loro.
Improvvisano sì, e giocano con la musica mettendo in uno stesso ritornello Vieni via con me di Paolo Conte, aggiungendoci un po’ di presa in giro alla musica trap con l’autotune al massimo, per poi cantare Sweet Dreams degli Eurythmics e arrivare a Tiziano Ferro (inutile farneticareee), e riperdere con la loro musica accesa e irresistibile.
Sono scalmanati, diretti, irriverenti, ma musicisti preparati, con sbavature ed esagerazioni sempre controllate e se decisono di andare oltre lo fanno per puro divertimento, in una provocazione controllata che non sfocia mai nell’eccesso.
In piazza il clima è di festa, tutti ballano, applaudono, Lodo interrompe ricominciando le rime con Asti e Albi lo punzecchia : “Guarda che non fai ridere, Lodo, dovresti alzare l’ASTIcella…”
Come non amarli.
Molto emozionate Niente di Speciale, un pezzo che dedicano ai migranti, soprattutto per la frase “tienimi le mani, non annegherai”, ripetuto molte volte in crescendo, molto emozionale e sentito, con tutto il pubblico e in piedi.
Una gran canzone che live arriva romantica, emotiva, profonda.
Siamo alle fasi finali con Una vita in vacanza, con il parterre che salta cantandola a memoria per volare verso una chiusura eroica con Abbiamo vinto la guerra.
Lo Stato Sociale saluta e ringrazia il pubblico, con un semplice ma sentito “Ci vediamo al bar!”, indicando gli stand al fondo della Piazza.
Ci si porta a casa una sensazione bella, terminato il concerto, quando il palco si svuota.
L’interazione fra il pubblico e l’artista è sempre una dei patrimoni più emozionanti e magici di un concerto live ma, purtroppo, non sempre avviene.
Al concerto de Lo Stato Sociale è durato tutto il tempo.
Set List Lo stato Sociale, live @AstiMusica
Pompa il debito
Mi sono rotto il cazzo
Che benessere
Vita di m3rda 4ever
Anche i ricchi muoiono
Fottuti per sempre
Eri più bella come ipotesi
Ridere di me
Combat Pop
Ops l’ho detto
La muisca non è una cosa seria
Amarti male
Una vita in vacanza
Abbiamo vinto la guerra
Articolo del
13/07/2023 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|