Secondo appuntamento del mini festival “New Waves”, il doppo concerto del quartetto di Rosa Brunello e dei Kokoroko è stato tra i più emozionanti dell’intera stagione estiva alla Casa Del Jazz di Roma.
“Summertime 2023” si sta difatti dimostrando tra i cartelloni di eventi romani tra i più ricchi di sempre, per varietà e qualità della proposta artistica. Ciò che caratterizza in particolar modo questa parentesi di eventi nel suddetto programma è il fatto di proporre al pubblico, di appassionati così come di nuovi ascoltatori, gli artisti che stanno contaminando il jazz con sonorità provenienti da latitudini agli antipodi. Rosa Brunello (con lei Yazz Ahmed – Tromba, flicorno, Maurice Louca – Chitarra elettrica, piano fender, synth e Marco Frattini – Batteria, percussioni) parte proprio da tutto ciò per estrapolare un proprio personalissimo sentiero musicale, dove fondamenta acustiche sfidano e infine si amalgamano senza soluzione di continuità ad un sound moderno, il quale alterna elettronica pura alla distorsione graffiante di qualche riff di chitarra.
La tromba di Yazz Ahmed appare poi sempre splendida, sinuosa e sensuale compagna del basso di Rosa Brunello in questo cammino tra sogno e immaginifica distesa di note, tra voci e orizzonti lontani. La formazione che segue, dopo un cambio palco e un dj set di Eva Geist (ciascuno degli eventi di New Waves prevede la presenza di un djset che precede, fa da interludio e segue ciascun doppio concerto), sono i Kokoroko. Dopo il loro intrigante debutto del 2022, “Could We Be More”, i sette componenti di questo eccellente gruppo che fonde influenze gospel, soul, funk, così come ad attingere a quanto di più buono l’underground londinese nasconde in ambito di sperimentazione e freschezza. Per motivi non chiari manca la sassofonista Cassie Kinoshi, mentre in grande spolvero troviamo gli altri sette musicisti/e: Sheila Maurice-Grey (trombettista nata nel 1991), Richie Seivewright (trombonista), Mutale Chashi (bassista), Oscar Jerome, (chitarrista), Yohan Kebede (tastierista), Onome Ighamre (percussionista) e Ayo Salawu (batterista). Il loro mix di paradigmi musicali è coinvolgente e ti entra rapidamente nel corpo, in un crescendo di ritmo e stili, energia, parole, sentori di un mondo che mai come in questo caso appare abitare tutto all’interno di una singola città.
Nonostante il caldo degli ultimi giorni, il pubblico presente non si è lasciato intimorire e si è infine spostato quasi tutto sotto il palco, per un’ultima, infinita danza sotto le stelle di Roma.
Articolo del
24/07/2023 -
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