Uno dei dialoghi più celebri, se non il più celebre, di una delle saghe più amate del cinema mondiale come Harry Potter è quello che coinvolge Albus Silente e Severus Piton dove il primo, rivolgendosi al secondo, domanda: “Dopo tutto questo tempo?”. E Piton, con tutta l’emozione dettata dal momento, risponde con un sincero: “Sempre”.
In quel caso c’entrava un amore platonico per la defunta Lily Potter. Ma nel mondo reale e tangibile come quello della musica, quel “Sempre” assume il più autentico significato etimologico che gli possiamo dare. Bruce Springsteen è quel sempre. Sia anche per un amore incondizionato della sua fanbase europea, ma soprattutto perché nonostante l’età, i 50 anni di carriera, pandemie e altre mille avversità lui è lì, sempre sul palco per le sue canoniche 2 ore e 40 di concerto (minimo), per far cantare, ballare ed emozionare il suo pubblico come fosse la cosa più banale del mondo.
Il 25 luglio scorso ha concluso il suo ennesimo tour europeo e mondiale con la data di Monza, non senza qualche difficoltà organizzativa a causa della furiosa tempesta imperversata nel milanese la notte precedente, e manco a dirlo è stato un concerto che non solo non ha deluso (oh, il ragazzo ha pur sempre quasi 74 anni anche se per il fisico che ha ne dimostra forse 25) ma ha spaccato di brutto.
Springsteen, e non solo quello di Monza ovviamente, è forse tutto ciò che potete cercare in un concerto live: Volete cantare a squarcia gola? “Dancing in the Dark”, “Because the Night”, “Out in the Street”, “Twist and Shout” dei Beatles (e molte altre). Volete l’adrenalina? “No Surrender”, “She’s the One”, “Badlands” (e molte altre). Volete l’emozione? “Last Man Standing”, “The River”, “Letter to You”, “I’ll See You in My Dreams”(e molte altre). Volete anche la hit più “commerciale”? “Born to Run”, “Bobbie Jean”, “Glory Days”.
C’è solo una cosa che forse ad un concerto di Springsteen non troverete mai, oltre alla noia ovviamente. Un’iconica scenografia: lui e la sua legendary E Street Band sono la vera scenografia. Non ha mai avuto bisogno di fiamme, fuochi d’artificio o chissà che altro sul palco; tre o più schermi giganti per far vedere bene lo show a tutti, il resto viene solo dal suo essere show man. Perché salvo eccezioni (che per carità esistono eccome) chi vuole inserire in un proprio concerto una scenografia fin troppo esosa, spesso ha qualcosa da nascondere al pubblico. E Bruce non solo se ne frega, ma ormai da svariati decenni utilizza ancora un “metodo” di show, come il solista accompagnato dall’inseparabile band di supporto, che appartiene al passato ma che con lui come interprete risulta incredibilmente attuale. Una struttura, ad esempio, come quella usata dalla Jimi Hendrix Experience o da Buddy Holly and The Crickets che funzionava magari fino agli anni 60, ma che ora potrebbe avere poco successo e poco seguito. Poi c’è appunto Bruce, che con una band che negli anni ha raggiunto anche una oltre una decina di elementi al seguito, fa ancora 70.000 persone con tutta la semplicità del mondo.
Che un tempo potesse essere il futuro del Rock, da ormai tanti anni lui è l’assoluto presente; ma c’è ancora spazio anche per il futuro. Già, perché il Benjamin Button del Rock prima di concludere il concerto con l’acustica “I’ll See You in My Dreams”, nel ringraziare il pubblico, pronuncia le uniche parole che servivano per far uscire il boato che si è generato alle 22.30 dopo 2 ore e mezza di concerto: “We’ll be back”. “Torneremo”.
Il Boss tornerà, l’ha promesso a 70.000 persone nel parco di Monza. E se la salute lo assisterà come ha fatto fino ad ora, non c’è motivo di non credergli. Nella sua carriera ha interpretato più volte il ruolo del Working Class Hero, cantato anche da John Lennon, ed è proprio quel suo mettersi a disposizione della persona comune che lo ha fatto diventare grande. Ha cantato la colonna sonora delle rinascite sociali americane almeno degli ultimi 30 anni (The Rising, Wrecking Ball, Letter to You…), è stato al fianco di chi ha sofferto senza chiedere niente in cambio, anzi: con quella sua frase, ci tiene a far sapere che sarà ancora al fianco dei suoi fan. Sempre
Setlist
No Surrender Ghosts Prove It All Night Letter to You The Promised Land Out in the Street Darlington County Kitty’s Back Nightshift Mary’s Place Johnny 99 The River Last Man Standing Backstreets Because the Night She’s the One Wrecking Ball The Rising Badlands
Encore 1: Born to Run Bobby Jean Glory Days Dancing in the Dark Tenth Avenue Freeze-Out Twist and Shout / La Bamba
Encore 2: I’ll See You in My Dreams
Articolo del
27/07/2023 -
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