(la foto di Viviana Di Leo)
Il parco che ospita la rassegna “Summertime” è stracolmo di persone anche se manca più di un’ora al concerto. Sta per cominciare lo show di Marcus Miller, un grandissimo personaggio della storia del jazz, musicista originario di Brooklyn, New York, con trenta anni di carriera alle spalle, che può vantare collaborazioni con artisti del calibro di Miles Davis, Herbie Hancock, Luther Vandros, Bill Withers , Eric Clapton e George Benson.
Lo strumento che gli ha procurato tanto successo è il basso elettrico, che nelle sue mani diventa un veicolo di ritmo, un feticcio che maneggia con grande abilità e straordinaria potenza, grazie allo “slapping”, una tecnica che gli permette quasi di strappare le corde del suo strumento e insieme percuoterle con il pollice. Marcus Miller si presenta puntuale alle 21,00 sul palco allestito all’esterno della Casa del Jazz con una “line up” di tutto rispetto che prevede Russell Gunn, alla tromba, Xavier Gordon, alle tastiere, Donald Hayes, al sassofono e Anwar Marshall, alla batteria. La serata comincia con due esecuzioni fantastiche, collocate in rapida successione: “Detroit” e “Untamed”, due composizioni che mettono in risalto l’incredibile bagaglio tecnico di Marcus Miller, cresciuto all’ombra di Miles Davis per poi diventarne - con il passare del tempo - produttore e arrangiatore.
A tale proposito immancabile l’inserimento nella “set list” di “Tutu”, il brano scritto da Miles Davis e dedicato al vescovo sudafricano, sempre in prima fila contro il razzismo e l’apartheid. Sulla stessa linea “Mr Pastorius”, ancora una citazione dal repertorio di Miles Davis, tributo al compianto Jaco Pastorius, ex Weather Report, il più grande bassista della storia del jazz. Lo stile di Marcus Miller è originalissimo: assistere ad un suo concerto dal vivo significa esporsi ad un calderone di suoni quanto mai energetici e vitali, un continuo “groove” solo strumentale al cui interno convivono generi musicali diversi, dal funk alla soul music passando per incursioni tipiche della fusion. Marcus Miller è dal 2013 ambasciatore UNESCO per la Pace nel mondo e mai come in questo periodo è stato emozionante ascoltare le note di “Gorèe” alzarsi verso il cielo.
Anche la riproposta di “February” risulta molto intensa, riflessiva ed intimista, ma il ritmo torna ben presto a farsi valere con la fantastica “Higher Ground”, libera interpretazione del brano omonimo di Stevie Wonder. La serata si chiude in crescendo: il pubblico, sempre più esaltato, abbandona i posti a sedere e si riversa sotto palco dove risuonano alte e frenetiche le note di “Come Together” dei Beatles, in una versione superba, infarcita di musica funky e dotata di un “groove” interno semplicemente letale.
Una serata scoppiettante che porta gioia e tanta soddisfazione nei cuori dei tanti che non hanno voluto rinunciare all’evento.
Articolo del
29/07/2023 -
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