Giunto alla seconda edizione il Bambù festival riesce anche quest'anno ad offrire proposte variegate per accontentare tipologie di pubblico diverse. La serata finale del 12 agosto è stata tutta incentrata sul Power metal e i suoi derivati con l'esibizione di ben cinque gruppi, tra cui gli storici Stratovarius.
Dionysian
Ad aprire le danze (come lo scorso anno) c'hanno pensato i torinesi Dionysian. La band giovanissima ha scaldato i presenti con il loro rock robusto, molto orecchiabile. La voce di Raffaella De Luca è sottolineata dalla chitarra di Alex Wilkie e sostenuta dalla sezione ritmica di Samuele Verona (basso) e Alessandro Tafuri (batteria).
In scaletta alcuni brani già conosciuti i come "Under Your Spell", "Bleeder", "Vital Vibrations" e alcuni inediti come "Up in the air", "Glittering Gold" e "Stares", che gli hanno permesso di dimostrare che il palco lo sanno tenere più che bene. Bravi ragazzi, continuate così.
Scaletta
Under Your Spell Up in the air Bleeder Glittering Gold Stares Vital Vibrations
Centurion
Sono passati otto anni dalla loro ultima esibizione, ma il dio del metallo ogni tanto chiama a raccolta i suoi figli. I marchigiani Centurion con il loro potentissimo heavy metal di scuola inglese sono tornati per colpire nel segno. Guidati dalla grande voce di Robo con gli intrecci chitarristici di Fabio Monti e Fabrizio Sgattoni, il muro ritmico di Gianluca Mandolesi al basso e Giovanni Pezzola alla batteria hanno dimostrato di essere ancora in ottima forma.
Dal loro ultimo lavoro "V" (2015) vengono ripescate "Kommander", "Eye for an eye", "Burnin' pyres", "The Legionary" , senza tralasciare "Maximum Golgotha", "M.A.S.", "Panzer march" da "Non plus ultra" (2002) e "Virtus" da "Invulnerable" (2005) Un set infuocato che ha mosso parecchie teste con dei veri inni di battaglia. "Heavy metal is the law" cantava qualcuno anni fa, oggi i Centurion sono qui per sottolinearlo. Semplicemente epici.
Scaletta
Intro Maximum Golgotha M.A.S. Kommander Virtus Eye for an eye Burnin' pyres The Legionary Panzer march
Metalite
Dalla Svezia arrivano i Metalite capitanati dalla carismatica cantante Erica Ohlsson. Il loro Power/melodic metal risente molto dell'influenza degli Epica, senza raggiungere gli stessi risultati. Il gruppo abusa di troppe basi registrate, tra cui le parti di tastiera. A questo punto ci si chiede perché non mettere un vero e proprio tastierista al posto di una delle due chitarre per rendere il sound più veritiero. Il pubblico comunque sembra gradire e sfruttano il tempo a disposizione per attingere dai tre album in studio.
Scaletta
Disciples of the stars Heroes in time Far from the sanctuary Apocalypse Cloud connected Afterlife Eye of the storm Peacekeepers We bring you the stars
Moonlight Haze
Si ritorna al metal italico con gli interessanti Moonlight Haze. La band capitanata dalla bravissima Chiara Tricarico alla voce, vede Giulio Capone alla batteria, Marco Falanga e Alberto Melinato alle chitarre, Alessandro Jacobi al basso.
Una bella panoramica dei loro dischi con "The Nothing", "It’s insane", "Kintsugi", "We’ll be free" da "Animus" (ultimo disco datato 2022) , poi "Till the end" e "The Rabbit of the Moon" da "Lunaris" del 2020, "To the moon and back" e "Ad Astra" da "The rerum natura" del 2019. Una performance convincente che ha coinvolto il pubblico presente, oramai pronto per il gran finale.
Scaletta
The Nothing Till the end To the moon and back It’s insane Kintsugi Ad Astra The Rabbit of the Moon We’ll be free
Stratovarius
L'attesa e la curiosità per gli Stratovarius era molto accesa, considerando le varie disavventure avvenute per la data di Milano a supporto degli Iron Maiden. Sono le undici passate quando il quintetto finlandese entra in scena con le note di "Survive" che da il titolo alla loro ultima fatica discografica, uscita nel 2022. Ci saranno poi "Frozen in Time" e "World on Fire" sempre dal medesimo lavoro. In mezzo i brani che hanno fatto grande la storia del gruppo come "Paradise", "Father Time" e "Black Diamond" , passando per lo strumentale "Stratosphere / Holy Light". C'è anche spazio per "Forever", la magica ballata acustica che ci porta verso il finale con "Unbreakable" e l'immancabile "Hunting High and Low" da cantare a squarciagola.
La voce di Timo Kotipelto regge bene il passare degli anni , nonostante risultasse bassa con il resto della band. Matias Kupiainen alla chitarra oramai è una garanzia, Jens Johansson alle tastiere continua a colorare di neoclassico i brani, Rolf Pilve alla batteria è un ottimo metronomo, coadiuvato da Lauri Porra al basso. Resta il rammarico di un set dannatamente corto, dove il gruppo ha suonato per un'ora scarsa. Anche il pubblico è rimasto perplesso, perché tutti si aspettavano qualcosa in più, visto che gli Stratovarius erano gli headliner del festival. Magari togliendo un gruppo spalla o accorciarndo dei set decisamente troppo lunghi si poteva concedere più spazio ai maestri.
Per il resto è stato comunque bello fare un tuffo in quei mitici anni novanta che portarono il Power metal ad una vera e propria rinascita, grazie anche alle bellissime pagine scritte dagli Stratovarius.
Scaletta
Survive Eagleheart World on Fire Paradise Frozen in Time Stratosphere / Holy Light Father Time Black Diamond Forever Unbreakable Hunting High and Low
Articolo del
17/08/2023 -
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