Una serata importante, un concerto da non mancare fortemente voluto da quelli di Unplugged In Monti che hanno voluto mettere insieme sullo stesso palco due protagoniste assolute, due grande interpreti del folk psichedelico, che attualmente sono in tour insieme.
Ha cominciato Emma Tricca, cantautrice italiana residente a Londra, ma che si trova spesso anche a New York per registrare i suoi dischi. Ha presentato dal vivo “Aspirin Sun”, il suo quarto album, un disco intenso e sognante, fatto di frammenti e di impressioni che raccontano un percorso esistenziale sofferto, ma che donano al suo “live act” una autenticità quasi commovente. Brani come “Christodora House”, “Autumn's Fiery Tongue”, “Ruben’s House” e l’eccellente “King Blixa” rivelano una matrice “folk” e mescolano sapientemente degli ingredienti “country” e cenni di musica psichedelica. Note cadenzate e toccanti, una voce deliziosa, ma anche molto visionaria e determinata nei toni, sono stati gli elementi portanti di uno show molto sentito, interrotto solo per cedere la scena all’attesa Bridget St John, “songwriter” inglese, ma residente a New York, interprete fra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta di una stagione folk indimenticabile.
La sua voce - così delicata, limpida e luminosa - aveva favorevolmente impressionato John Martyn, noto chitarrista e compositore inglese di musica folk. Fra il 1969 e il 1972 pubblicò tre album semplicemente meravigliosi come “Ask Me No Questions”, “Songs For The Gentle Man” e “Thank You For”, incisi per la Dandelion, una etichetta che John Peel aveva fondato essenzialmente per ospitare i dischi di Bridget. In seguito la St John ha lavorato con Nick Drake e con Michael Chapman, altri grandi esponenti dello “psychedelic folk” inglese. La sua voce, gentile e dalle tonalità talvolta barocche, è rimasta praticamente la stessa, nonostante l’incedere degli anni. Ci ha presentato un “set” che ha spaziato fra il passato e il suo presente newyorchese e ha eseguito brani come “Back To Stay”, “I Don’t Know If I Can Take It”, “The Hole In Your Heart”, “Autumn Lullaby”, “Fly High” e “Aviator”, “cover version“ di un brano scritto da Michael Chapman nel 1970, ma da lei reso attuale con i suoi riferimenti agli orribili scenari di guerra che dobbiamo sopportare in questi mesi, in questi giorni.
È poi tornata sul palco Emma Tricca e ha eseguito con Bridget un brano a due voci, un pezzo veramente bello intitolato “Rubies”, una canzone tratta da una poesia scritta da Emma e poi musicata a New York insieme a Bridget, a Steve Shelley (dei Sonic Youth), a Pete Galub, a David Nagler e a Jason Victor. Il concerto si è chiuso con una straordinaria versione acustica di “Ask Me No Questions”, un brano del 1969, una canzone che denota una sensibilità quanto mai attuale e che sorprende ancora tanto per la melodia quanto per il testo.
Articolo del
23/10/2023 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|