Che suono ha il noise in tutte le sue forme e declinazioni? Quello degli A Place to Bury Strangers ovviamente, che sin dagli esordi è sempre stato etichettato come il “gruppo più rumoroso di New York”. La band ha portato sul palco del Monk di Roma tutta la sua carica esplosiva fatta di decibel smisurati e di una sapiente miscela di suoni che cavalca il noise più fragoroso, mescolandolo a tinte shoegaze, a visioni pysch, allineandolo a sperimentazioni wave e post -punk, nello spazio alt-rock della trance sonora.
L'apertura degli ottimi Maquina, col loro vortice contagioso di reiterazioni kraut, psych, techno ed EBM, lascia già presagire una serata ad alto tasso di adrenalina e coinvolgimento.
In un tripudio di luci strobo, fumo, fuzz ed effetti targati Death By Audio, prodotti dallo stesso Oliver Ackermann e che si potevano acquistare anche al merch, gli APTBS danno vita al loro rituale noise. Le chitarre sono i sacri totem di tutto il live, “violentate”, suonate, fatte volare da Ackermann, fino ad essere conficcate sul soffitto. Lo stridore dei feedback è il verbo, mentre la coppia John (al basso) e Sandra (alla batteria) Fedowitz, già nei Ceremony East Coast, crea vibranti e potenti cerimoniali melodici sulle distorsioni. Lo spettacolo è totale, non solo acustico ma anche visivo, immersi tra gli abbacinanti riflessi dei proiettori e dei fasci luminosi. Come di consueto, la band a metà concerto è pronta a creare la sua forma di collettiva condivisione, andando a suonare in mezzo al pubblico. Qui avviene l'esplosione folle, tribale e arcaica del suono stesso e dei presenti in cerchio attorno a loro.
Tra i brani come "Keep Slipping Away", "In Your Heart", "Deadbeat e Dragged in a Hole", bagnati dalle splendide deformazioni acustiche, si celebra così la cerimonia sonora, sovversiva e catartica degli APTBS sul palco del Monk. Anche questa volta l'esperienza è stata libera e meravigliosamente energica.
Un concerto degli APTBS è in fondo tutto questo. È caos appagante, selvaggio e trascendente, del muro di suono. È disordine riverberato e avvolgente che lascia senza fiato, che fa sanguinare le orecchie e riempire la mente, completamente travolti dalla bellezza dell'anarchia del rumore.
(Foto di Anna Maria Parente)
Articolo del
13/04/2024 -
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