Iniziamo dalla fine, forse più significativa del concerto stesso (formidabile).
Aiutato dai membri della band, Federico Fiumani riporta nel furgone strumenti e attrezzatura trasportandoli in un carrello della spesa, prima di ripartire quando sarà passata l’una di notte. Potrebbe sembrare una scena un po’ avvilente, se si pensa che il musicista ha avviato questo progetto dalla metà degli anni Ottanta; invece, ciò è perfettamente coerente con lo spirito “fai da te”, di fiera indipendenza, che ha animato i Diaframma fin dagli esordi.
Se il libro di Michael Azzerad “Our Band Could Be Your Life” (in italiano tradotto da Arcana col titolo “American indie 1981-1991”) avesse riguardato il circuito underground italiano, e non la scena americana, il complesso vi avrebbe di sicuro figurato tra gli esponenti di punta.
Insomma, ci troviamo di nuovo a scrivere su queste pagine che Fiumani e compagni meritano tutto il rispetto assoluto che viene mostrato dal pubblico entusiasta durante le loro esibizioni trascinanti.
La performance si tiene al Casilino Sky Park, un luogo ideale per iniziative di questo tipo (portate avanti dall’organizzazione non profit Fusolab: encomiabile, non riusciamo a trovare parole più adeguate). Sul tetto, al quarto piano di un centro commerciale, si sta benissimo; lo spazio è ampio e molto accogliente, e i suoni sono perfetti (un plauso anche al fonico, per una volta).
I Diaframma sono eccellenti. Suonano con un trasporto e un’intensità invidiabili, in un’atmosfera festosa.
Cominciano a sorpresa con “Gennaio”, un pezzo la cui bellezza rimane sempre folgorante, e offrono ai presenti un set palpitante. “L'odore delle rose”, “Diamante grezzo”, “Siberia”, “Elena” (uno dei momenti migliori della serata); le accentuazioni ritmiche di “Labbra blu”; la cover di “See No Evil” e l’omaggio al compianto Tom Verlaine; la sinuosa “Adoro guardarti”, il piglio punk di “I giorni dell'ira” e di “Libra”; ma anche le meno movimentate “Caldo”, “La mia vita con una dea” e “Io ho te; la passione e l’entusiasmo travolgente di “Neogrigio” e “Tre volte lacrime”, che chiudono il concerto.
Fenomenali.
Articolo del
02/06/2024 -
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