È da un po' di mesi che la cellula dormiente dei CCCP, dopo quaranta anni, si è risvegliata al presente. C'è stato in primis il bel film/documentario “Kissing Gorbaciov”, la storia di una sorta di ponte sonoro tra Melpignano, Mosca e Leningrado, un Tour tra due mondi che li vede, tra gli altri, come protagonisti.
Sono poi arrivate le date berlinesi, andate sold out in pochissimo tempo, la mostra “Felicitazioni! CCCP - Fedeli alla linea 1984-2024”, l'uscita del disco “Altro che Nuovo Nuovo”, con brani tratti dal primo concerto della band a Reggio Emilia nel 1983. È stato infine annunciato un tour italiano, partito da Bologna che ha toccato anche Roma e proseguirà per molte date ancora.
Probabilmente non sarà stato come vederli a Berlino, nel luogo in cui la band è nata, oppure nella storica Piazza Maggiore di Bologna, ma il pubblico del Rock In Roma ha risposto con fervore all'appello e con un'affluenza di ben quindicimila persone. Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella “benemerita Soubrette” Giudici e Danilo “artista del popolo” Fatur, accompagnati sul palco da ottimi musicisti (gli Ustmamò Luca A. Rossi, Ezio Bonicelli e Simone Filippi, e Simone Beneventi e Gabriele Genta), non hanno, dal canto loro, deluso le aspettative della folla presente.
All'Ippodromo delle Capannelle la band ha narrato la sua storia musicale e anche un po' quella di chi era lì ad assistere al concerto, unendo nel pubblico anime multiformi, un tripudio di generazioni, partendo da chi quegli Anni Ottanta li ha vissuti in prima persona a chi li ha assaporati e sognati di riflesso.
Il live, che conserva oltre alla musica la teatralità grottesca, beffarda e ironica di Fatur sul palco e l'eleganza di Annarella Giudici e dei suoi cambi d'abito, viene scandito da brevi incisi di quest'ultima, mentre Massimo Zamboni modella con maestria le sue sei corde e Giovanni Lindo Ferretti declama e urla gli istanti di una narrazione musicale che coinvolge sin dalle prime battute con i suoi chiaroscuri ritmici e di significanza.
“Ciò che fu. Ciò che è stato. Ciò che è. Ciò che è scampato. Cellula dormiente risvegliata al presente. All’erta sto. Inquieto l’orizzonte. All’erta sto.” declama Annarella Giudici tra le note di una scaletta antologica. È la solennità di “Depressione caspica” ad aprire le danze seguita da “Rozzemilia”, mentre la Giudici tiene in mano un cartello con la scritta “Tutti esauriti”, e da “Tu menti” e “Per me lo so”. “La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere / la morte è insopportabile per chi non deve vivere” canta Ferretti in “Morire” e poi urla “Produci, consuma, crepa”, accompagnato dalle voci dei presenti. In “Stati di agitazione” Fatur ha la testa imbrigliata tra due tavolette di una pedana di legno con su scritto: “Banditen”. Arriva poi la preghiera di “Libera Me Domine”, con un Ferretti con colletto clericale e Annarella in un bianco abito monastico e una candela in mano. Non possono poi mancare all'appello “Oh! Battagliero” e “Valium Tavor Serenase” e la follia di “Punk Islam”. Su “Curami” Ferretti indossa un elmetto, mentre Annarella Giudici è ammantata da un abito che riproduce la bandiera italiana. Con “Emilia Paranoica” fa il suo ingresso sul palco la bandiera del P.C.I., e poi arriva la bomba di “Spara Juri”, la cover di “Bang Bang (My Baby Shot Me Down)” e la performance electro di “Vota Fatur”.
È nell'encore che giunge uno dei momenti più struggenti e intimi di tutto il live con il brano “Annarella” cantato in acustico e all'unisono con i presenti. Vengono poi declamate le affinità elettive di “Mi Ami?” e ancora “Io Sto Bene” e “KebabTräume”, cover dei D.A.F.(Deutsch Amerikanische Freundschaft), cantata da Massimo Zamboni. Ci si ritrova infine tutti a “ridere nel pianto” e a cantare con trasporto “Amandoti”.
Tra Epica e Pathos, polvere punk e malinconica presenza, attualità del passato e del presente, il concerto dei CCCP diviene liturgia collettiva, un modo di guardare il mondo, attraverso la loro musica, tra le pagine del tempo. Un istante infedele di due ore, immortalato come in una foto di Luigi Ghirri.
In fedeltà la linea c'è.
Setlist: Depressione caspica Rozzemilia Tu menti Per me lo so Morire Stati di agitazione Libera me Domine Madre MACISTE contro TUTTI Oh! Battagliero Valium Tavor Serenase Conviene Radio Kabul Punk Islam And the radio plays Guerra e Pace C.C.C.P. Curami Emilia Paranoica Bang Bang (My Baby Shot Me Down) Spara Jurij Vota Fatur
Encore: Reclame Annarella Mi ami? Io sto bene Allarme Kebabträume Reclame Amandoti
Articolo del
15/06/2024 -
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