Oltre mille proposte sono arrivate quest'anno a Musicultura, una quantità veramente enorme per un festival che ogni anno cresce e si rafforza.
Immancabile l'appuntamento per la finalissima a Macerata, nella magica cornice dello Sferisterio e sotto la regia sempre impeccabile di Duccio Forzano, che costruisce uno spettacolo perfetto dal punto di vista estetico. Quest'anno una conduzione tutta al femminile, precisa, piacevole , ma poco brillante con Carolina Di Domenico e Paola Turci .
Dopo la sigla "Volta la carta" (Bubola/De Andrè), ad aprire la prima serata c'ha pensato Diodato con una bella versione di "Che vita meravigliosa" eseguita con voce e chitarra.
Si entra subito nel vivo della gara con Anna Castiglia e la sua "Ghali". Un pezzo trascinante che ricorda il Gaber di "Io non mi sento italiano". Il testo è attuale, ironico, e molto interessante, incastrato con perizia e sostenuto dalla chitarra classica, tastiera e tromba.
Nyco Ferrari con "Sono fatto così" propone un arrangiamento robusto, ritmi ballabil e un cantato ricco di energia .
Bianca Frau propone "Va tutto bene", una sorta di tormentone dalle tinte tecno/industrial. Con " Il cielo" di Eugenio Sournia si torna ad una canzone d'autore più classica e sognante, con un raffinato tappeto di pianoforte e violino, sopra ad una voce delicata.
Il secondo ospite è il chitarrista polacco Marcin. Un talento della sei corde, un virtuoso che usa la chitarra anche in maniera percussiva, creando un notevole muro sonoro. Prima si lancia con "L'Habanera" dalla "Carmen" di Bizet, poi "Kashmir" dei Led Zeppelin e infine il sommo Bach con la famosissima "Toccata e fuga in re minore". Un'esibizione applauditissima, dove la tecnica prende il sopravvento sul cuore, ma va' bene così.
Si ritorna alla gara con De Stradis. In "Quadri d'autore" sperimenta molto vocalmente, accompagnato da synth e chitarra elettrica. Una bella atmosfera si coglie in "Lisou" di Helle, con un testo ricco di interessanti immagini , accarezzato da arpeggi di chitarra acustica, tastiera e percussioni.
Alessandra Campedelli l'allenatrice di pallavolo racconta la sua bellissima storia fatta di sport, sociale, diritti delle donne in Iran e Pakistan. Si arriva agli ultimi due finalisti. Nico Arezzo con la sua chitarra classica incanta con "Nicareddu". Una voce potente, dal sapore popolare, ci racconta una storia tutta siciliana, toccando momenti di grande intensità. Chapeau anche per il coraggio. Interessante anche la proposta musicale dei The Snookers con "Guai". Il bell'intreccio tra le due voci e una chitarra acustica rendono il brano alquanto piacevole e originale.
La serata è ancora lunga e la seconda parte viene aperta da Paola Turci e il suo omaggio a Francesco Guccini con "L'avvelenata". Peccato che la canzone non è stata presentata ed è scorsa via senza grande entusiasmo, forse perché è mancata la giusta dose di ironia nell'interpretazione.
Il Premio PMI come miglior progetto discografico viene assegnato a Eugenio Sournia.
Ritorna sul palco Diodato ad emozionare con altri due brani: "Fai rumore" (che vinse il festival di Sanremo nel 2020 ) e "La mia terra" (premiata ai David di Donatello ) dalla colonna sonora di "Palazzina Laf" di Michele Riondino, che racconta la dura realtà dell'Ilva a Taranto.
Altro ospite è Serena Brancale, che ha a disposizione un set troppo lungo.
La cantante apre con un dittico partenopeo formato da "Andamento lento" di Tullio De Piscopo e "Alleria" di Pino Daniele. Poi con tre canzoni del suo repertorio : "Sta uagnedd", il nuovo singolo "Stu cafè" e "Baccalà" che scatena il ballo in platea. Si consegna il premio per il miglior testo ad Anna Castiglia, scelto dalle giurie degli studenti delle Università di Macerata e Camerino.
Il finale, quanto mai infuocato di serata, è affidato a Filippo Graziani.
Apre il set l'incantevole "Lugano addio", poi la graffiante "Il chitarrista". C'è dolcezza e malinconia con "La canzone dei marinai" (brano inedito presente nel disco "Per gli Amici") e l'energica "Pigro".
Una band quanto mai affiatata (tra cui Tommy l'altro figlio di Graziani alla batteria) e Filippo sempre più padrone della scena, nel bellissimo ricordo del padre Ivan.
Si chiude così il sipario per la prima serata, con una classifica che vede tra i più votati Anna Castiglia, Eugenio Sournia e Nyco Ferrari.
Nella seconda serata si sono riesibiti gli otto concorrenti nello stesso ordine della sera prima. Tra gli ospiti non ha brillato particolarmente il comico Alessandro Bianchi, che ha lasciato parecchi dubbi sulla sua comicità con il monologo di Lesc Dubrov, l’inesistente presidente della Commissione lavoro ed etica dell’Unione Europea, grigio burocrate dell’Est Europa sabotato e beffato dal suo sottopagato traduttore.
Invece ben riuscito è risultato l'omaggio a Gabriella Ferri nel ventennale della sua scomparsa. Carlotta Proietti accompagnata dal suo pianista, ha eseguito il "Valzer della toppa", scritto da Pier Paolo Pasolini e conosciuto sia nella versione della Ferri, che in quella di Laura Betti. Si è poi aggiunta Paola Turci per intonare "Tanto pe' cantà", un brano rappresentativo della romanità che ha coinvolto il pubblico nel ritornello.
Ad Helle è andato premio la casa in riva al mare, decretato da una giuria di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione di Ancona, impegnati in un percorso laboratoriale musicale del Festival, la Targa della critica Piero Cesanelli invece è andata a Eugenio Sournia.
Bello il momento corale dove Paola Turci e gli otto finalisti hanno cantato "La casa in riva al mare" di Lucio Dalla.
È il turno di Nada, accompagnata dal bravissimo Andrea Mucciarelli alla chitarra.
Sceglie tre brani non affatto scontati come "Senza un perché", "Stasera non piove" e "In mezzo al mare". Nada è ancora un vulcano di energia, con una voce che non sente gli anni e una presenza scenica da fare invidia a tanti giovani artisti.
Anche l'esibizione di Enzo Avitabile è un esempio di classe e di come utilizzare la musica per mandare un messaggio di pace, unire culture, mondi e sonorità diverse. Una performance che inizia con le toccanti "Don salvatò” e “Tutt’ egual song’e criature”, per proseguire con “Thalassa cardia” , "Salvamm’ o munno”, “Aizamm na mana” che fa alzare in piedi tutto lo Sferisterio, travolto dai ritmi dei Bottari con le loro tipiche percussioni. Avitabile ha pure ricevuto un'Onorificenza per Alti Meriti Artistici dal Rettore dell’Università di Macerata John Mc Court e dal delegato del Rettore dell’Università di Camerino Daniele Tomassoni.
La serata si chiude con la proclamazione del vincitore. Anna Castiglia conquista pubblico e critica con "Ghali". La cantautrice vivamente commossa, ha dedicato la vittoria ad Ernesto Assante il suo insegnante di storia della musica al Conservatorio e ha deciso di donare una parte del premio alle associazioni pro-Palestina.
Un bel segno di appartenenza, specialmente in questi tempi di disimpegno, dove spesso l'artista si dimentica di quello che succede nel mondo. A Musicultura ritorna a splendere la vera musica d'autore, che poteva essere rafforzata dalla presenza di due artisti significativi come Eda Marì e Porce, arrivati entrambi nella rosa dei sedici finalisti. Un augurio di buona musica agli otto finalisti. Arrivederci al prossimo anno e lunga vita al festival
Articolo del
24/06/2024 -
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