Il 27 giugno 2024, nell’ambito del Festival “Etnica”, si è tenuto a Vicchio (Firenze) il concerto Stazioni Lunari, una innovativa performance musicale nata da un’idea di Francesco Magnelli, pianista e compositore, membro fondatore di C.S.I. e performer con vari gruppi, fra cui, oltre ai C.S.I., i P.G.R., i CCCP – Fedeli alla linea, i Litfiba.
“Stazioni Lunari” è una sorta di punto d’attracco dove gli artisti, di qualunque tipo, si confrontano per l’intera durata dello spettacolo e, quando non cantano o suonano, assistono all’esibizione degli altri, così focalizzando l’attenzione del pubblico sull’importanza dell’ascolto.
Nessun front man, ma confronto e condivisione, una democrazia musicale figlia delle prime jam session del jazz, che non erano competizioni bensì terre di incontro e scambio fruttuoso di idee artistiche.
Il concerto è stato preceduto dalla ottima esibizione del gruppo di Sara Rados (voce e chitarra), con Michele Staino al contrabbasso, Sergio Zanforlin al violino, Gabriele Pozzolini alla batteria e alle percussioni, che ha eseguito pezzi dall’album “Sara Rados & Progetti Futuri”, regalando intense emozioni agli ascoltatori.
“Stazioni Lunari” ha quindi visto sul palco Ginevra Di Marco, Piero Pelù e la Bandabardò, in pratica un supergruppo che ha suonato e cantato insieme pezzi provenienti sia dai loro repertori che da repertori altrui, pezzi accomunati da un grande sentimento e trasporto.
“Stazioni lunari” si è aperto con “Rumelaj”, un pezzo di Cisco e di Francesco Magnelli, che da subito ha fornito una grande spinta emotiva al pubblico, con il suo ritmo sostenuto e trascinante e la voce di Ginevra Di Marco che alla fine del pezzo ha dato un grande benvenuto al pubblico presente, quindi “Vento in faccia”, con il basso che tracciava linee armoniche importanti, il solo della chitarra morbido e fluido, e il successivo aprirsi dato dal canto solo e dalla batteria con il coinvolgimento finale del pubblico.
Il pubblico, formato da persone di tutte le età, è andato letteralmente in delirio sentendo intonare “Sette sono i Re”, mentre le luci provenienti dal palco spazzolavano le teste e i suoni dimostravano il tecnicismo di alto livello dei vari musicisti; il coinvolgimento è quindi continuato con “Ztiganata” di Pelù, per aumentare via via che il ritmo si faceva più serrato.
Si passa quindi a “Johnny”, con l’inizio di fisarmonica, mentre Pelù spiega che era la canzone cantata da Edith Piaf, inizia a cantare in francese, aumentando sempre più il ritmo mentre il pubblico balla e canta, incalzato dalla musica che diviene frenetica.
Successivamente “Canzone arrabbiata”, divinamente interpretata da Ginevra Di Marco, con un ritmo particolare della chitarra, che mette in luce le qualità di una voce stupenda alla quale ben si addice questo pezzo particolare di Nino Rota, con le parole “Canto per chi non ha fortuna // Canto per me // Canto per rabbia a questa luna // Contro di te // Contro chi è ricco e non lo sa // Chi sporcherà la verità // Cammino e canto” che esprimono un disagio sociale remoto e per certi versi attuale.
A seguire “Io sto bene”, un pezzo dei C.S.I. con un aggancio enorme sul pubblico grazie alla sequenza ritmica quasi ipnotica e quindi “E allora il cuore” pezzo più dolce, cantilenante, quasi ondeggiante, infine “Cohiba”.
Riprende a cantare Pelù, che prima di iniziare con “Cuore di vetro” e poi “Novichok” con il pubblico che lo accompagnerà cantando.
Terminata la performance di Pelù prende la parola Francesco Magnelli che spiega la genesi del brano “Del mondo”, iniziando a scandirne le note al pianoforte per lasciare poi spazio alla voce di Ginevra Di Marco: un brano lento, in alcuni momenti una nostalgica cantilena.
Arriva “Depressione caspica”, brano dei CCCP – Fedeli alla linea, dove il surrealismo del testo è sostenuto da un riff di chitarra e da un basso distorto che suscitano nel pubblico la voglia di battere le mani a ritmo, facendo divenire il pezzo musicale una sorta di mantra sociale.
Si prosegue con “Maledetto cuore” un pezzo dal nuovo album di Piero Pelù, veramente particolare: dopo l'intro molto dolce entra forte la voce e quindi il ritmo, per terminare in un sussurro, con la parola “impazzire”, quasi a ribadire teneramente l’ultima parola della strofa “E sì, ho bisogno di te, di te // Di quello che non so capire // Cuore, maledetto il mio cuore // Sei quello che mi farà impazzire”
Siamo agli ultimi pezzi con “Manifesto” (Bandabardò), un brano di ormai oltre venti anni fa ma che ha mantenuto intatta tutta la sua freschezza (“Sono fuori dal coro, // nettamente diverso // Le mode se ne vanno, // io resto // e manifesto”) e che vede coinvolta l’intera piazza, con persone che ballano e saltano e le mani tutte alzate prima della ripresa del canto "resto nudo e manifesto", mentre si staglia all’orizzonte un assolo della chitarra davvero elettrizzante. Poi “Lacio drom”, con un tempo binario travolgente, “Beppeanna” pezzo storico della Bandabardò che vede anch’esso il massimo coinvolgimento del pubblico che addirittura ritma le parole “attenzione concentrazione” e “Malarazza” ultimo brano del concerto.
Ma ci sono ovviamente i bis: “Amandoti” dove risalta la fisarmonica e la voce, alle quali si associano i cori della piazza che concludono tutti insieme il pezzo con “perdutamente”, “Gigante” con Pelù che canta da solo, accompagnato solo dalla chitarra e dal pubblico, “Ubriaco senza amore”, per concludere con “Bella ciao”, cantato da tutta la piazza, oltre che dagli artisti, e dal sindaco di Vicchio che salito sul palco lo intona insieme agli altri.
“Stazioni lunari” si è rivelato non solo un concerto, ma una partecipazione corale, di intervento collettivo, un vivere comunitario l’arte musicale.
Line-up
Ginevra Di Marco voce, Francesco Magnelli tastiere, Piero Pelù voce, Finaz (Alessandro Finazzo) voce e chitarra, Don Bachi (Marco Bachi) basso, Orla (Andrea Orlandini) chitarra, Nuto (Alessandro Nutini) batteria, Roberto Beneventi fisarmonica, Andrea Salvadori chitarre, tzouras e mandolino, Pino Gulli batteria
(foto di Francesco Lepri) Set list Stazioni Lunari – Vicchio di Mugello, 27 giugno 2024 Rumelaj Vento in faccia Sette sono i Re Tziganata Johnny Canzone arrabbiata Io sto bene E allora il cuore Cohiba Cuore di vetro Novichok Del mondo Depressione caspica Maledetto cuore Manifesto Lacio drom Beppeanna Malarazza Amandoti Gigante Ubriaco senza amore
Articolo del
01/07/2024 -
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