Non ricordavo situazioni del genere: un privilegio assoluto poter assistere a due serate così, una dopo l’altra, con appena il tempo di cambiarti d’abito. Ieri, alla Casa del Jazz, Christone “Kingfish” Ingram, fresco vincitore di un “grammy” per il miglior album blues (“Live In London”, 2023), questa sera invece in Cavea l’altrettanto grande Gary Clark Jr, musicista texano, anche lui vincitore di un “grammy”, nel 2020, per la migliore “performance” rock.
Una vera e propria orgia di blues alla quale era impossibile sottrarsi, nonostante il caldo insopportabile di questi giorni. Scelta quanto mai giusta, in particolare quando pensi ai tanti tuoi concittadini che sono andati a farsi raggirare dai Coldplay allo Stadio Olimpico e a tutte quelle migliaia di persone che nel weekend a Milano sono pronte ad affogare nelle acque basse generate dal diluvio Taylor Swift. No, niente da fare signori, questa è musica vera, ben suonata, senza trucchi, senza finzioni, che ci riporta alle origini di tutto, al passaggio dal blues al rhythm & blues, poi sfociato nel rock and roll.
E pensare che solo due giorni prima i due musicisti si erano esibiti insieme all’Anfiteatro del Vittoriale, a Gardone Riviera, in provincia di Brescia. Accoppiata di pregio! Ma noi siamo pronti a goderci lo show che è iniziato puntualmente con due pezzi straordinari come “Maktub” e “When My Train Pulls In” eseguiti in rapida successione. Abbiamo a che fare con il trionfo della chitarra elettrica, strofinata a dovere, maltrattata con cura, come solo il compianto Jimi Hendrix sapeva fare. Le note bollenti del blues si mescolano a tratti con riferimenti reggae oppure soul, ma questa è una caratteristica dello stile di Gary e a noi va benissimo così.
Poco dopo abbiamo riconosciuto le note di “JPEG RAW”, un brano che concede molto alla musica hip-hop e di “Hyperwave” , intrisa di funky music e di soul. Cominciamo ad entrare in sintonia con il blues moderno che ci sta proponendo con grande maestria Gary Ckark Jr ed è un piacere muoversi in sincrono, ondeggiare al suono delle sue ultime canzoni.
Ecco che arriva “This Is Who We Are”, una composizione geniale, dalla natura corale, molto articolata e ricca di “groove”, un brano che strizza l’occhio ancora una volta all’hip-hop e che si presta ad una fruizione collettiva. Su “The Healing” torna in primo piano la chitarra elettrica di Gary Clark, ma iniziamo ad apprezzare anche la vocalità del musicista texano, ben supportato dalle tre coriste, e a suo agio anche con “slow ballad” come questa. Su “What About The Children”, il brano inciso con Stevie Wonder, e su “Our Love”, una ballata straordinaria, la voce in falsetto di Gary e l’ambientazione musicale funky, ci fanno tornare in mente la figura di Prince.
Sì, la somiglianza è davvero impressionante! “Feed The Babies” è tratta da “This Land”, un album recente, del 2019. Un’altra “soul ballad” con elementi sia funk che gospel, in cui i contrappunti ficcanti della chitarra elettrica sono volutamente in aperto contrasto con la vocalità angelicata di Gary. L’effetto è straordinario, il concerto è strabiliante, vorremmo che non finisse mai e anche Gary è dello stesso parere. Su “Triumph” trovano posto melodie ancestrali, cori femminili e svisate chitarristiche. Gli arpeggi della chitarra di Gary tornano a farsi più duri su “Bright Lights” , una cavalcata elettrica mirabile, un inno il rock blues dei primi anni Settanta.
Siamo tutti in estasi! Gary Clark è in stato di grazia: è innamorato di questa città e del suo pubblico che lo acclama a gran voce. Gary è texano, è stato influenzato molto dallo stile chitarristico di Steve Ray Vaughan, e si sente!
La sua musica è sincera, è giusta e riesce anche ad essere incredibilmente accattivante. Il gran finale - con Gary che esce di scena tante volte e altrettante torna sul palco - è riservato a brani come “You Saved me” e “Funk Witch You” che mettono in evidenza ancora una volta la sua cifra stilistica e il suo cuore, quello di un artista di talento che , dopo tanti anni vissuti ai margini della scena internazionale, ha finalmente ottenuto il riconoscimento che meritava e di recente, a Houston, ha pure aperto una data del tour dei Rolling Stones, che sono stati ben felici di averlo come “special guest”.
SETLIST
Maktub When My Train Pulls In Don’t Start JPEG RAW Hyperwave This Is Who We Are The Healing To The End Of The Earth / Alone Together What About The Children Feed The Babies Triumph Our Love Bright Lights Habits
Encore
You Saved Me Funk Witch You
Articolo del
14/07/2024 -
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