(foto di Viviana Di Leo)
Molta attesa e buon riscontro di pubblico per il ritorno in concerto dal vivo di The Cinematic Orchestra, il gruppo inglese guidato da Jason Swinscoe che propone da tempo un interessante connubio fra musica elettronica e jazz sperimentale. Il tour attuale coincide con il ventesimo anniversario dell’album "Man With A Movie Camera", uscito nel 2004.
Insieme a una preziosa ristampa del disco su vinile doppio, sono previste delle “performance” che presentano gli stessi brani, ma con supporti audiovisivi diversi. Fanno il loro ingresso sul palco i componenti del gruppo, mentre sul monitor compare una scritta digitata attraverso una vecchia macchina da scrivere: “Lo spettacolo a cui state per assistere è un esperimento nell’ambito della comunicazione biovisiva”. Una dichiarazione di intenti inequivocabile e molto precisa che diventerà sempre più chiara nel corso dello sviluppo dello show. Va detto che il titolo del disco trae ispirazione da un classico del cinema muto e in bianco e nero sovietico, intitolato appunto “L’uomo con la cinepresa”, che porta la firma di Dziga Vertov.
I nuovi video della Cinematic Orchestra cercano di legare attraverso i suoni e le immagini tutta una serie di ricordi ed emozioni, tanti episodi - più o meno importanti - di vita quotidiana, colti agli albori della storia del cinema. Sulla scena non soltanto campionatori, sintetizzatori e computer, ma anche un contrabbasso (che viene alternato ad un basso elettrico), una batteria e una tastiera che vanno a creare un “mix” assolutamente originale fra analogico e digitale. Suoni altamente percussivi e carichi di “groove” per un “nu-jazz” che sposa l’elettronica, affronta contrapposizioni e contrasti, ma conosce anche momenti più meditativi, senza mai perdere in qualità tecnica e in ritmo.
Un concerto strabiliante, in questa occasione solo strumentale, perché le composizioni originali del disco non prevedevano alcun apporto vocale. Sonorità ipnotiche che a tratti però sono diventate assolutamente incalzanti, grazie ai musicisti della Cinematic Orchestra che ereditano l’energia e la forza comunicativa della musica nera per trasformarla in qualcosa di più moderno.
La tecnica a cui fanno ricorso si chiama “turntablism” e consiste nel riuscire a manipolare i suoni e creare musica mediante un giradischi e un mixer di quelli usati dai “dee jay”. Se aggiungete a tutto questo il ricorso all’improvvisazione, tipica del jazz, allora potrete avere idea di quello che è stato il concerto di questa sera: sfrenato, ma godibile, tecnologico, ma per niente avaro di emozioni.
Sul finale Jason Swinscoe imbraccia una cinepresa, comincia a riprendere quel che succede sul palco, i suoi musicisti e proietta le immagini sul monitor. Stessa cosa con gli spettatori, al fine di cogliere un punto di vista differente: vengono proiettati sullo schermo i corpi ed i volti degli spettatori nel parterre, poi tocca a quelli su in tribuna, in un continuo “feedback” di suoni, di immagini e di espressioni.
Ecco la “comunicazione biovisiva” che era stata annunciata all’inizio dello show, uno spettacolo che non è andato oltre i novanta minuti, ma che ha offerto musica di grande qualità, intrattenimento e sperimentazione.
SETLIST
The Projectionist Melody Dawn The Awakening Of A Woman Reel Life Postlude Evolution Man With A Movie Camera Voyage Odessa Theme De Yoyo The Magician Theme Reprise Yoyo Waltz Drunken Tune The Animated Tripod All Things Encore Necrology
Articolo del
21/07/2024 -
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