Gli Arpia hanno celebrato i prima quaranta anni di attività con un concerto molto lungo e incredibilmente intenso che si è svolto al Teatro Flavio, a Roma, vicino al Colosseo.
Sempre rimasti fuori dal grande giro dell’industria musicale i tre musicisti hanno preferito continuare a svolgere le loro attività lavorative e dedicare alla musica il giusto spazio, senza però mai abbassare la guardia in fatto di qualità delle composizioni e impegno profuso.
La band originaria dell’area compresa fra Ostia e Fiumicino, comunque vicino Roma, si è formata nel 1984 e ha fin qui pubblicato sette album. Gli Arpia hanno mantenuto nel tempo la loro “line up” che prevede Leonardo Bonetti, al basso e alla voce, Fabio Brait, alla chitarra elettrica e Aldo Orazi, alla batteria. Un trio molto affiatato e musicalmente legato ai primi anni Settanta. Il loro “live act” infatti si è rivelato come una miscela energetica di “heavy sound” e di “progressive rock”.
Brani originali, ma liberamente ispirati a testi letterari dei primi del Novecento o talvolta molto più antichi, vedi la poesia di Cecco Angiolieri, o addirittura le citazioni tratte dal Libro di Daniele, dall’Antico Testamento. Prog e Poesia, un connubio non certo facile da trovare, almeno nel mondo a cui siamo abituati. Citazioni letterarie di alto profilo, incursioni nel Futurismo, questo grazie all’opera di Leonardo Bonetti, autore dei testi delle canzoni nonché insegnante in una scuola di Fiumicino. Una sorta di Teatro / Canzone, ma dotata di una timbrica roboante e di grande effetto, Un po' come se i Black Sabbath mettessero in musica il “Paradiso Perduto” di John Milton.
La lunga retrospettiva musicale ha compreso brani tratti da album importanti come “Resurrezione e Metamorfosi”, “De Lusioni”, “Terramare” e “Liberazione”, quest’ultimo di ambientazione storica, che ricorda il 25 Aprile 1945, data della liberazione dal nazifascismo. La voce di Leonardo è ben calibrata e potente, inoltre abbiamo apprezzato molto la cura con cui ha presentato al pubblico presente in sala la genesi delle varie composizioni. Leonardo Bonetti è un grande comunicatore, è un appassionato di musica rock e di letteratura, roba rara ai nostri giorni. La seconda parte dello show si è rivelata più acustica e gli Arpia hanno dato libera espressione al loro talento musicale: passaggi armonici di buona fattura, nessun timore di fronte a soluzioni complesse e un piglio, una presenza scenica che ha saputo mescolare passione ed orgoglio. Da segnalare inoltre i preziosi interventi vocali di Valentina Citti (nipote del grande Franco Citti, attore di Pasolini), una “metal girl” di tutto rispetto, ospite speciale degli Arpia. Una “festa grande” per l’appunto, una serata rigenerante e un nuovo punto di partenza per un gruppo longevo, ma ancora molto integro, che non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Articolo del
27/10/2024 -
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