L'inarrestabile Renato Zero continua il suo Autoritratto Tour che in ogni data colleziona un sold out e ritorna a Pesaro, nelle sue amate Marche, accompagnato da una band di altissimo livello guidata da Danilo Madonia che ha curato la direzione musicale, oltre a suonare tastiere e pianoforte. La sezione ritmica è formata da Lorenzo Poli (basso) Lele Melotti (batteria), Rosario Jermano (percussioni), alle chitarre ci sono Andrea Maddalone e Fabrizio Leo, Bruno Giordana alle tastiere e al sax. Inoltre un coro di otto voci denominato "Wacciuwari". Alle ore 21 in punto si spengono le luci e inizia la magia con "Vivo" che oramai è la sua carta d'identità. Seguono "Il jolly", "Ancora qui" e "Svegliatevi poeti".
Zero saluta il pubblico e ne approfitta per fare qualche riflessione, tra cui una critica alquanto feroce sulla globalizzazione e non potevano poi mancare due canzoni pungenti come "Manichini" e "I commedianti". La scaletta è alquanto particolare con ripescaggi di brani poco frequentati, insomma da veri sorcini. Scorrono "Nei giardini che nessuno sa", "Vive chi vive", "Voyeur" , "L'amore sublime ", "La ferita", "A braccia aperte". "Amico" è cantata completamente dal pubblico e permette al loro beniamino di passeggiare (ovviamente scortato) lungo la platea. Con "Figaro" si chiude la prima parte.
Quindici minuti di pausa e la ripresa è con una bella e potente versione di "Cercami". Si riscoprono con piacere "Per non essere così" dal disco "Signori di nasce" del 1984 e poi ancora "Bella gioventù", "Vizi e desideri", "Dimmi chi dorme accanto a me", "Il grande mare", "Via dei martiri".
Il momento del revival anni settanta è affidato ai bravissimi "Wacciuwari" il coro raggiunge il palco cantando e ballando c un trascinante Medley a ritmi dance formato da "Madame / Mi vendo / Triangolo / Baratto", mentre in video scorrono le immagini di Zero in versione dj. Il finale delle seconda parte è formato dalla cruda "Potrebbe essere Dio" (dal disco "La tregua" del 1980), "Cuori liberi" e "D’aria e di musica". Il video di "Zero il folle" con bellissime immagini di repertorio ci ricorda che c'è ancora tempo per due brani.
"Il cielo" e "I migliori anni della nostra vita" catturano i cuori in un crescendo di emozioni. Uno spettacolo curatissimo, dove ogni dettaglio è studiato al meglio. La bella scenografia è di Igor Ronchese e Gigi Maresca, l'elegante light design di Francesco De Cave, i coinvolgenti visual affidati alla direzione di Younuta! (Antonio Usbergo e Niccolò Celaia). Il concerto è una vera e propria liturgia con i suoi momenti precisi, dove il pubblico è in adorazione tra sermoni, canzoni, cori, cambi di abiti e tutto funziona magicamente. Zero è in forma perfetta, la sua voce è intatta, intonatissima e regge benissimo un concerto che supera le tre ore. Si esce dal palazzetto pienamente soddisfatti, sicuri di aver visto qualcosa di unico e facendoci abbracciare dalle bellissime parole che il cantautore ha dedicato alla nostra regione.
“Io so di potermi fidare di voi, di queste Marche custodi di queste tradizioni, di questa bellezza del paesaggio, di questa campagna meravigliosa, di questi monti e di tutto quello che rappresenta un’infanzia che mi ha insegnato tanto che vivendo a contatto con questa gente, essendo io figlio di un produttore di questo benessere, di questa bellezza, mi faccio oggi portatore e latore di questo mio messaggio:Mantenetela viva questa regione fate in modo che sia sempre come l’ho lasciata”.
Scaletta
Vivo Il jolly Ancora qui Svegliatevi poeti Manichini I commedianti Nei giardini che nessuno sa Vive chi vive Amico Voyeur L’amore sublime La ferita A braccia aperte Figaro Cercami Per non essere così Bella gioventù Vizi e desideri Dimmi chi dorme accanto a me Il grande mare Via dei martiri Madame / Mi vendo / Triangolo / Baratto Potrebbe essere Dio Cuori liberi D’aria e di musica Il cielo I migliori anni della nostra vita
Articolo del
05/11/2024 -
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