(foto di Francesco Donadio)
Veterano dell’underground statunitense, Steve Wynn sembra non invecchiare mai sul piano artistico.
A Roma per presentare il suo ultimo album “Make It Right” e l’autobiografia “Non lo direi se non fosse vero. Memorie di musica, vita e Dream Syndicate”, tradotta da Gianluca Testani e pubblicata da Jimenez Edizioni, il musicista ha intrattenuto piacevolmente i presenti col riepilogo della propria carriera nei Dream Syndicate, dai primi passi mossi dalla band, all’inizio degli anni Ottanta, allo scioglimento e alla successiva reunion.
La narrazione di fatti e aneddoti è stata inframmezzata all’esecuzione di brani originali, e qualche cover, in chiave acustica col prezioso contributo di Rodrigo D'Erasmo (violino elettrico) e di Enrico Gabrielli (tra gli strumenti suonati, tastiera, flauto, sax), due autentici fuoriclasse.
Sono sentiti gli omaggi resi da Wynn ai gruppi che hanno acceso e alimentato la sua passione per la musica. I Rolling Stones di “Jumpin' Jack Flash”; i Velvet Underground del primo LP (“un disco che mi ha cambiato la vita”), con l’interpretazione di “Sunday Morning”; i Big Star, dei quali viene riletta “Jesus Christ”; gli English Beat, la cui "Save It For Later” ha fatto da modello per la composizione di “Tell Me When It's Over” (Wynn attacca la prima canzone per poi passare alla seconda senza soluzione di continuità).
Alcuni episodi sono spassosi: il pellegrinaggio del giovane musicista a Memphis per incontrare l’idolo Alex Chilton, che si rivela uno scroccone; le session estenuanti per la registrazione dell’album “Medicine Show”.
L’aneddotica arricchisce i momenti in cui i tre sul palco si lanciano in esecuzioni molto intense. Spiccano “Definitely Clean”, con Wynn e D'Erasmo quasi indemoniati; la dolcezza di “When You Smile”, illuminata dal flauto di Gabrielli; l’intensità di “Merrittville”, con armonica e violino; “The Medicine Show” trasfigurata in un perfetto e vibrante pezzo folk.
Dopo una riuscita “Boston”, “When the Curtain Falls”, tra i momenti migliori della serata, e la forza travolgente di “The Days Of Wine And Roses” chiudono brillantemente una performance estremamente originale e vivace.
Le doti singolari di Wynn come cantautore, ben conosciute dai fan, sono state messe a frutto da decenni. Che fosse però anche un talentuoso entertainer-narratore è stata una graditissima sorpresa.
Articolo del
12/04/2025 -
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