Se ci fosse un premio per il gruppo rap/trap più scorretto d'Italia dovremmo assegnarlo ai romani FuckYourClique, e volendo surfare sull'onda del meme, questo riconoscimento dovrebbe portarglielo direttamente Carlo Conti - per chi non sa consiglio di fare una breve ricerca sul web, è molto divertente.
Comunque, telestrasportiamoci a martedì sera dello scorso 17 giugno. Non mi aspettavo certo una folla oceanica prendere d'assalto il parterre del Rock in Roma alle Capannelle. Sono arrivato con calma; il pubblico, già in attesa del trio più sconvolgente – almeno al momento – della musica italiana, doveva ancora salire sul palco. Era quindi l'ideale per osservare i preparativi scenici, tra cartelli, sciarpe e altri oggetti di cui, a dire il vero, ignoravo la relazione con gli artisti romani che si sarebbero esibiti da lì a poco, ma che tuttavia avevano un senso per i fan.
A un primo colpo d'occhio, il pubblico nel parterre era molto giovane; la fanbase più solida e affezionata dei FuckYourClique si potrebbe inserire perfettamente in un range che va dai 16 ai 23 anni. Tuttavia, non sono mancati spettatori più "âgés", come direbbero i francesi. Cosa significa questo? Vuol dire che la musica di Disa, Kimyo e Pupis è transgenerazionale e non conosce confini d'età. Ma, veniamo al concerto. Il trio più volgare, ribelle e controverso dell'attuale panorama musicale si è presentato vestito con tuniche, cappucci e passamontagna, sulle note della loro canzone "Il potere". Le immagini sullo schermo, in background, rappresentavano le stagioni e i personaggi politici dell'Italia moderna. È molto probabile che il riferimento dei costumi si colleghi alla massoneria o a qualche forma di rituale magico, visto che a un certo punto uno dei tre cantanti ha urlato: "Il nostro potere è farvi diventare ritardati".
Prima di continuare, vorrei premettere una cosa, soprattutto a chi non conosce i FuckYourClique: questo gruppo è assolutamente tutto ciò che un purista della musica non vorrebbe sentire: provocazioni, linguaggio politicamente scorretto, blasfemie. La dirompente causticità dei loro testi e le varie contaminazioni musicali presenti nella loro produzione – in particolare nel loro ultimo disco – sono estremamente evidenti dal palco. La musica dei FuckYourClique, infatti, non rappresenta un genere, ma una postura artistica di rottura: l'obiettivo è dimostrare alla loro fanbase di poter andare oltre i limiti della produzione musicale uniformata da un mercato generalista che ragiona soltanto sulla base dei numeri e delle visualizzazioni su TikTok. Il concerto ha toccato tutte le hit dei FuckYourClique, restituendo un clima euforico che si è sublimato in poghi frenetici, soprattutto su pezzi come "Nameless" e "Sborra 2" (riproposta come bis).
Non sono mancati, dunque, i brani più ascoltati su Spotify, come "La canzone della sborra", "NGMI" e "Rock in Roma" – su quest'ultima, inutile dire, l'entusiasmo del pubblico è stato palpabile. Durante il live, ci sono state anche delle sorprese, come l'esecuzione di un brano inedito sui complessi dei ragazzi nell'approcciarsi alle ragazze, e alcuni commenti molto divertenti sul fatto di "essersi venduti" per aver fatto un featuring con Orietta Berti nel brano estivo "La vita è un cabaret". Uscito dal concerto, sembrava di essere entrati in un mondo parallelo. È stato sicuramente bello immergersi in una dimensione così profondamente "fan-based".
È un viaggio nel "lol rap" o nel "rap che fa ridere" che non ha senso mettere sotto la lente di ingrandimento della musica di qualità.
Articolo del
28/06/2025 -
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