(la foto fa riferimento alla data del 16 aprile al Monk ed è di Beatrice Ciuca)
Offlaga Disco Pax. Vent’anni di socialismo tascabile. Difficile incasellare questa band in un unico genere, a volte le etichette soprattutto nell’ambito musicale sono cosi appiccicose da risultare poco funzionali, meglio guardare avanti.
Prima della prematura scomparsa del bassista Enrico Fontanelli gli Offlaga Disco Pax erano un progetto musicale nato a Reggio Emilia, formatosi nel 2003 composto dal polistrumentista Daniele Carretti e il frontman Max Collini che ha sempre curato tutti i testi, “neosensibilisti” di deriva prettamente sociopolitica del gruppo.
In occasione dei vent’anni dalla pubblicazione del primo disco “Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione)” il duo Max Collini e Daniele Carretti ha deciso di riformare la band per celebrare l’album d’esordio con un tour con l’aiuto del musicista, anche lui emiliano, Mattia Ferrarin.
Al Monk di Roma il 15 aprile si è tenuta la prima delle due tappe romane, ambedue sold out. Sono ancora le 21:00 e Max Collini, leader storico degli Offlaga Disco Pax, è dietro al banchetto del merchandising a salutare qualche fan, firmare copie dei vinili e di alcuni suoi libri. Le prime file della sala iniziano a riempirsi piano piano, le luci diventano sempre più fioche, solamente il logo rosso odp occupa al centro lo schermo. Sul palco emergono le tastiere, una chitarra, un basso, un microfono, un leggio, protagonista immancabile nei loro concerti. Sono da poco trascorse le 21:30, per chi è davanti è impossibile non notare al centro una piramide di oggetti, assolutamente posti li non a caso, si tratta di una serie di cimeli rappresentanti le tematiche della discografia della band: un Toblerone, il modellino di una vecchia Golf, il fumetto di Zora la vampira, una scatola di Tatranky. ”1, 2, 6, 9, SIGLA!” annuncia Collini, salutando la folla che lo attende trepidante in platea, e si parte subito: “Kapler”, la prima traccia di “Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione)”. Collini, è visivamente commosso, emozionato. Alcuni pezzi celebri da “Cinnamon” a “Dove ho messo la Golf”, sino a “Piccola Pietroburgo” e poi la chiusura con “Robespierre”. Un’ora e mezza di Offlaga Disco Pax. Attimi di socialità, politica, poesia e teatro. Sensibilità e tanta ricerca. Testi che andrebbero letti e riletti. Durante il live applausi sentiti, tanti ringraziamenti allo staff e anche un momento di commozione quando è stato ricordato il caro amico e collega Enrico.
Gli Offlaga Disco Pax del 2025, fa strano scriverlo, sono una band potente. Le parole di Max Collini - precise, necessarie a volte scomode - resistono nonostante tutto e tutti. La musica è anche un atto di aggregazione e, quando il messaggio dell’artista va oltre l’onda di suono allora il pubblico si fonde con l’interlocutore che ha davanti e si lascia trainare, coinvolgere ed ammaliare, il fan a volte resta stupito, a tratti sorride, altre volte trasuda un’incontenibile emozione che, come è accaduto nel corso di questo concerto romano degli Offlaga Disco Pax, è stata vivida, intensa e soprattutto condivisa.
Articolo del
22/04/2025 -
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