Ad un anno dall’ultimo concerto in Italia tenutosi alla Rcf Arena di Reggio Emilia, gli AC/DC tornano e fanno tremare l’Autodromo di Imola, trasformandolo in un fiume di decibel, sudore e chitarre distorte. Ogni riff è un colpo secco al petto, ogni assolo una scarica elettrica che arriva dritta al cuore dei 70.000 spettatori presenti per questa nuova data del Power Up Tour.
Nonostante la nuova formazione, il tempo sembra essersi fermato: l’anima hard rock degli AC/DC brucia ancora con la stessa intensità di sempre, sprigionando energia pura e trascinando fan di ogni età. Brian Johnson, con la sua voce ruvida e inconfondibile, domina il palco con la naturalezza di chi ha ancora la tempesta dentro, mentre Angus Young sfreccia senza tregua, lanciando assoli infiniti che ipnotizzano la folla. Nessuna pausa, nessun calo: solo potenza e tanto rock. Completano la formazione della band australiana Stevie Young alla chitarra ritmica, Chris Charney, subentrato a Cliff Williams, al basso e Matt Laugh al posto di Phil Rudd alla batteria.
La scaletta si presenta come un susseguirsi serrato di classici intramontabili. Già dall’apertura con il brano del 1979 “If You Want Blood (You’ve Got It)” è subito chiaro che gli AC/DC sono ad Imola per fare sul serio e travolgere tutto. Un boato collettivo accoglie “Back in Black” e “Demon Fire” e, mentre l’autodromo si carica di entusiasmo, esplode per la tanto attesa “Thunderstruck”, preceduta da “Shot Down in Flames”.
Il concerto prosegue con un tuffo negli anni ‘80 con “Have a Drink on Me” e l’immancabile “Hells Bells”, scritta come tributo all’indimenticato Bon Scott, morto poco prima della pubblicazione di “Back in Black”. All’interno della scaletta trovano spazio anche un paio di brani che segnano sonorità più recenti: “Shot in the Dark” e “Stiff Upper Lip” per poi continuare con i grandi inni che rievocano l’epoca ribelle a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, dando spazio a “Highway to Hell”, “High Voltage”, “Riff Raff” e “You Shook Me All Night Long”.
Il vero protagonista della serata è Angus Young che, con una presenza scenica ancora folgorante, ha tenuto il pubblico in pugno per oltre due ore. I suoi assoli lunghi e trascinanti sono stati momenti di trance collettiva. In uno dei passaggi più memorabili del concerto, il chitarrista, durante un assolo durato una ventina di minuti, si è tolto la cravatta rossa, parte del suo iconico completo da scolaretto, e ha iniziato a sfregarla sulle corde della chitarra, strappando applausi e urla di entusiasmo, in un gesto teatrale e anarchico che ha incarnato lo spirito più puro del rock.
Il finale è da brividi, grazie alla carica distruttiva di “T.N.T.”, che esplode sull’autodromo con una potenza devastante, accompagnata da migliaia di pugni alzati. Chiude la serata “For Those About to Rock (We Salute You)” accompagnata da fuochi d’artificio e dal rombo dei cannoni, salutando il pubblico in un trionfo visivo e sonoro
Scaletta: If You Want Blood (You've Got It) Back in Black Demon Fire Shot Down in Flames Thunderstruck Have a Drink on Me Hells Bells Shot in the Dark Stiff Upper Lip Highway to Hell Shoot to Thrill Sin City Dog Eat Dog Dirty Deeds Done Dirt Cheap High Voltage Riff Raff You Shook Me All Night Long Whole Lotta Rosie Let There Be Rock
T.N.T. For Those About to Rock (We Salute You)
Articolo del
23/07/2025 -
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