Partire col botto non è mai semplice, per dirla in gergo. Eppure, la prima edizione dello Spaghetti Festival ha superato ogni aspettativa. Almeno, stando ai risultati della prima giornata – al momento in cui scrivo. Pubblico entusiasta, audio impeccabile e location perfetta: una piena soddisfazione. Se poi aggiungiamo la cornice di una calda giornata estiva romana, il quadro è completo.
Ci siamo concentrati, ovviamente, sul main stage e sulla musica. Lo Spaghetti Festival si è infatti tenuto a Roma il 19 e 20 luglio presso la Città dell'Altra Economia a Testaccio. Nato dal celebre format Spaghetti Unplugged, la due giorni musicale si è presentata con il motto "Il futuro è un pensiero da cantare" o "Il futuro è un'idea da ballare", proponendosi come una "piccola Woodstock della Generazione Z e non solo". Organizzato in collaborazione con Testaccio Estate e Generazione, il festival è stato concepito come uno spazio per creare una comunità temporanea e per immaginare il futuro.
Ho avuto il piacere di assistere a performance memorabili: nessun intoppo tecnico, solo grande professionalità e una disposizione dei due palchi etremamente funzionale. I tempi delle esibizioni sono stati rispettati con precisione svizzera, un complimento notevole per Roma, specialmente da parte di un milanese come me.
Il primo giorno di Spaghetti Festival ha dato ospitalità, sul main-stage, alla siciliana Anna Castiglia, i suoi occhialoni da vista hanno lasciato un segno indelebile di stile, che ha offerto una performance eccezionale. L'artista ha incantato il pubblico con le sue canzoni, supportata da una formidabile band di esperti e impeccabili musicisti. Uno spettacolo davvero piacevole e ricco di intrattenimento, considerando anche l’esecuzione dei brani più apprezzati della sua discografia come “Ghali” e “Participio presente”, tratti da il disco “Mi piace” uscito nel 2024.
A seguire, abbiamo ammirato Centomilacarie – non una rivelazione dopo i featuring con Salmo e Mace nell’indimenticabile pezzo “Non mi riconosco”, ma una conferma del suo talento già notato allo Spring Attitude dello scorso anno. Il ragazzo è un vero animale da palco, capace di tenere la scena con un'energia contagiosa. Promosso a pieni voti! Dopo un intermezzo con emergenti come Doppelganger e Icaro, è arrivato il clou della prima serata: l'headliner Giuse the Lizia. Ne abbiamo già parlato in altri report e sono lieto di riconfermarlo come l'artista indie più performante dell'estate 2025.
Una scelta eccellente da parte dello Spaghetti Festival, che ha saputo far ballare e divertire il pubblico. Su Giuse, possiamo dire che la sua musica ha incendiato letteralmente lo Spaghetti Festival: senza dubbio di sbagliare posso darvi la certezza che gli astanti non si sono fermati un attimo e non ci sono stati momenti noiosi. La chicca arriva puntuale dopo le prime note di “Piccoli piccoli”, quando Centomilacarie è apparso onstage per performare il featuring con Giuse, per poi elogiarlo con “voglio bene a questo ragazzo” abbraccindolo fraternamente. Giuse ha “deliziato”, perdonate il gioco di parole, i fan con i brani contenuti nel suo ultimo disco “Internet” uscito lo scorso anno. Ma non sono mancati i cavalli di battaglia più maturi come “Radical” e “Vietnam”. Per quanto riguarda l'audience, era prevalentemente giovane, ma altrettanto da menzionare una fascia anche di età più avanzata. La serata del Day 1 si è conclusa con il djset Indie nostalgia, durante cui si è ballato sui grandi successi del filone indie-italiano. La prima giornata è stata un trionfo, e siamo tornati a casa felici.
Nuovo giorno, nuovo giro di giostra: il Day 2 si è preannunciato altrettanto promettente. Tra le esibizioni previste sul main stage, intervallate dai concerti sul palco piccolo di Sacchini e Emsaisi, abbiamo ritrovato Amalfitano. Per chi non lo conoscesse, è un cantautore colto e versatile. Sul palco, si trasforma in una cavalletta: salta, canta a squarciagola e condivide le sue emozioni con il pubblico. Le sonorità e i testi di Amalfitano attingono apertamente alla grande tradizione cantautorale italiana. Nelle sue canzoni, soprattutto dal vivo, abbiamo riscontrato richiami al sound di Battisti, Battiato e Venditti. Il brano che ci ha emozionato di più è stato "Maddalena", anche se un folto gruppo di fan si è scatenato su pezzi come "Domani, Domani, Domani". Il suo live è stato un tripudio di chitarre, synth ed elettronica.
Dopo di lui, è stata la volta di Emma Nolde, che avevamo già incontrato nella scorsa edizione dello Spring Attitude. Emma si è riconfermata la forza della natura che è. Il suo live si è aperto con un potente urlo richiesto al pubblico per rompere il ghiaccio. In total black, Emma Nolde ci ha ricordato, seppur in un contesto musicale differente, la verve di Motta, suo conterraneo. Potenti i brani eseguiti dal vivo come "Indipendente", "Tuttoscorre" e "Sirene". La nostra preferita, anche per il grado di intensità, è stata "Punto di intensità". Anche lei è chiaramente in una fase di maturazione, e abbiamo percepito una maggiore capacità di tenere il palco – bellissimo il momento in cui si è lasciata andare a una danza sfrenata con una bandiera della pace. La peculiarità della sua musica, che affonda le radici nella tradizione cantautorale italiana, è senza dubbio arricchita da elementi sperimentali che abbracciano sonorità folk, psichedeliche, rap e acustiche contemporanee. Ma un concerto di Emma Nolde non è solo sperimentalismo e intensità musicale, è anche un viaggio attraverso la narrazione dei suoi testi che affrontano i grandi temi che una venticinquenne si trova ad affrontare: le sue insicurezze e le grandi sfide esistenziali, i viaggi interiori, le riflessioni sulla crescita e la velocità della società moderna; sono solo alcuni degli argomenti presenti nelle sue canzoni.
Dopo la sferzata di adrenalina e altre sostanze eccitanti, è salita sul main stage, quasi fosse emersa da una fiaba o un mito greco, nelle candide vesti di una ninfa: l'acclamatissima Joan Thiele, l'artista più attesa della serata. Joan ha incantato il pubblico romano, accaldatissimo e in un bagno di sudore, con il suo savoir-faire. Dolcissima ma decisa nel proporre alcuni brani del suo nuovo disco "Joanita", ha presentato "Eco", brano simbolo della sua crescita artistica e singolo dell'ultima edizione del Festival di Sanremo. Ascoltandola dal vivo, è emerso chiaramente come l'artista sia abilissima nel fondere contaminazioni culturali e musicali: un vero punto di forza che si radica nel pop contemporaneo con elementi R&B, soul, jazz, elettronica e influenze latino-americane. Senza dimenticare i riferimenti cinematografici.
L'edizione dello Spaghetti Festival 2025 si è conclusa con il djset dell'artista Ceri Wax. Il progetto solista di Stefano Ceri, uno dei nomi più iconici, innovativi e influenti della scena elettronica italiana degli ultimi anni. Ceri Wax ha mosso i primi passi come musicista focalizzato sulle collaborazioni nell'urban/pop italiano, lavorando con artisti del calibro di Mahmood, Marco Mengoni, Coez, Frah Quintale e Franco126.
Il festival ha mirato a superare la semplice idea di concerto, diventando un luogo di dialogo culturale, performance artistiche e partecipazione collettiva. È stato anche creato un manifesto scritto collettivamente, coordinato dalla giornalista Valentina Farinaccio, per raccogliere le riflessioni emerse e fungere da lascito culturale e politico.
Articolo del
26/07/2025 -
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