Secondo album per i Pollock Project, un trio jazz di prestigio che risulta composto da Marco Testoni, abile percussionista e “songwriter”, nonché supervisore della sezione elettronica presente nell’album, da Nicola Alesini, già collaboratore di David Sylvian e di Roger Eno, al sax soprano, e da Max Di Loreto, altro fantasioso percussionista, dedito da tempo alla ricerca di un lirismo ritmico all’interno del jazz moderno. L’album si intitola “Quixote” e si ispira chiaramente alla figura leggendaria di Don Chisciotte, rivisitato non come epigono della stagione epico cavalleresca, ma in quanto ideale prototipo dell’artista visionario, che riesce ad andare oltre, che segue la sua vocazione ed il suo istinto. Il disco è decisamente bello e si compone di undici tracce che ci regalano sonorità evocative e molto originali. Il jazz si mescola con un substrato di musica elettronica minimale quanto mai raffinato, per nulla invadente, e offre anche delle apprezzabili suggestioni di musica folk. L’album è stato realizzato con il contributo di Cecilia Silvieri, al violino, e di Federico Mosconi alla chitarra. Una musica non allineata, libera, che sale alta nel cielo, che disegna suoni, proprio come succede in alcune installazioni di arte contemporanea. Composizioni visionarie e creative ma che si richiamano nei titoli a realtà importanti : è il caso di Gulabi Gang, dedicata ad un gruppo di donne indiane che si battono per i loro diritti, contro la violenza e le discriminazioni, oppure anche di Pe No Chao, un brano che prende spunto dalla storia dei maestri di strada nei ghetti di Recife, che cercano di salvare e di offrire possibilità di riscatto agli adolescenti che vivono in quella realtà. Oltre a brani originali davvero ben riusciti come L’Isola e Julio Et Carol, il disco si avvale di “cover” molto preziose: è il caso di After The Rain di John Coltrane e di Angels And Demons At Play del geniale Sun Ra. In conclusione un album ricco di suoni e di significati, che va ben oltre la musica jazz e l’improvvisazione per procedere con tanta sicurezza e molta classe negli orizzonti più vasti della musica contemporanea. Da ascoltare.
Articolo del
14/02/2014 -
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