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Clipping
There Existed an Addiction to Blood
2019
Sub Pop
di
Andrea Salacone
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Terzo album pubblicato dalla Sub Pop per il trio losangelino formato da Daveed Diggs, William Hutson e Jonathan Snipes. Un rap d’avanguardia quello proposto dai Clipping, quanto la trama avveniristica che caratterizzava il precedente Splendor & Misery (2016).
In There Existed an Addiction to Blood la band instaura un’atmosfera funerea e inquietante, trovando ispirazione in alcune pellicole — e nelle loro tetre colonne sonore da lui composte — del compianto John Carpenter (soprattutto Halloween e Distretto 13 – Le brigate della morte).
Paura e raccapriccio sono palpabili in numerosi brani: i suoni e le voci suggeriscono un’idea generale di minaccia incombente; nelle vicende narrate compaiono spettri, cadaveri, vampiri, pallottole. Al contesto poco rassicurante si aggiungono situazioni di sopraffazione, violenza e squallore urbano.
Non può essere casuale, a tale proposito, la scelta cinefila di intitolare un brano “La mala ordina”, citazione del cupissimo noir di Fernando di Leo uscito nel 1972: se il pericolo non è rappresentato da creature soprannaturali, il nemico che ci si trova di fronte appartiene alla malavita; persone prive di scrupoli, dal grilletto facile.
Nonostante l’ambientazione claustrofobica di pezzi quali “Nothing is Safe”, “He Dead, Club Down”, “The Show”, che evocano anche scene alla Ultimo uomo della terra(il film del 1964 con Vincent Price) o alla Notte dei morti viventi, le visioni lugubri e i dettagli cruenti (La mala ordina) vengono stemperati ogni tanto da un piglio tra lo stralunato (“Run for Your Life”) e il beffardo (“Possession è costituita unicamente da un dialogo bizzarro in inglese, pronunciato in maniera buffa, tratto da un altro cult movie: Vampire Story, del 1971).
Le sonorità del disco colpiscono per la loro forza, i ritmi sono spesso martellanti, e il flow di “Daveed Diggs” in alcuni momenti è vertiginoso (“Blood of the Fang”); per non parlare dell’uso sapiente di assonanze e allitterazioni (“He Dead”) e della incongrua coda spiritual di “All in Your Head”.
In chiusura dell’album, 18 minuti di registrazione di un pianoforte dato alle fiamme (“Piano Burning”), da un’idea della sound artist Annea Lockwood.
Un’esperienza fuori dell’ordinario, l’ascolto di There Existed an Addiction to Blood, e sinceramente da consigliare. I Clipping sapranno tenere costantemente viva l’attenzione di chi vorrà immergersi in questi scenari da incubo
Articolo del
29/10/2019 -
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