Album di grande impatto, immediato e molto diretto. Si tratta del nuovo disco degli Asian Dub Foundation, storico gruppo anglo-asiatico che è sulla scena musicale da oltre trenta anni.
Infatti siamo in presenza (e all’ascolto) del loro nono disco ufficiale, un album in studio, caricato a pallettoni, intenso e tonante. L’album si intitola “Access Denied” e racchiude una valanga di suoni e un miscuglio di generi musicali che si sovrappongono in continuazione senza però mai creare noia o sconcerto. Approccio “punk” e iconoclasta, un mucchio di citazioni ”dub” e “reggae” che si fondono con degli arrangiamenti tipici della musica “jungle” degli anni Novanta e del “drum ‘n’bass”. Ciò nonostante il disco rivela una coesione impressionante e brani come “Stealing the Future” , “Access Denied”, “Can’t Pay Won’t Pay”, “Mindlock”, “Frontline” e “Human 47” sono molto schierati all’interno della lotta sociale ed hanno contenuti molto espliciti e decisamente rivoluzionari.
Gli ADF mescolano sonorità coinvolgenti e militanza politica, sono infatti molto critici verso il Primo Ministro britannico, verso la sciagurata idea della Brexit, verso ogni forma di razzismo e lanciano segnali di allarme sulle conseguenze del cambiamento climatico. Le loro canzoni comprendono anche delle gustose “campionature” dei discorsi di Greta Thunberg, di interventi vocali dei 47 Soul, un gruppo giordano-palestinese molto impegnato, della attivista e “rapper” cilena Ana Tijoux , e di Stewart Lee, comico inglese che non ha mai risparmiato il Partito Conservatore e le contraddizioni dei suoi rappresentanti.
Vi segnaliamo ancora, sotto il profilo più propriamente musicale, gli interventi del flauto su “New Alignment” e su “Frontline Sandiago”, il “groove” entusiasmante di “Swarm”, ma anche le note percussive e gustose di “Lost In Shadows”, un pezzo davvero strabordante. Album viscerale, musicalmente e non, un pugno nello stomaco ben diretto nei confronti di quanti appoggino politiche discriminatorie e utilitaristiche, che diventano anche autodistruttive. La formazione degli ADF è cambiata nel corso del tempo , ma i componenti attuali sono comunque musicisti di grande valore: Ghetto Priest, Dr Das, Chandrasonic, Brian Fairbairn, Aktarvator e Nathan Fluteboxer.
Spetta a loro il compito di portare avanti il messaggio e le tematiche della band , così come quel “mix” sconvolgente di suoni diversi che ha fatto diventare la sigla ADF un punto di riferimento inconfondibile nel panorama musicale internazionale. Da ascoltare a tutto volume.
Articolo del
29/09/2020 -
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