L'Audiolibro rappresenta per Morgan un degno e doveroso approdo, sintesi e bilancio di anni di studio e di ricerca.
Da più parti gli si lamentava di aver trascurato per quasi un decennio la sua musica a vantaggio degli impegni televisivi, che ne avrebbero addirittura compromesso la vena creativa; oggi possiamo guardare questo arco temporale in prospettiva, e affermare con sicurezza che, pur operando determinate scelte e stabilendo di volta in volta le proprie priorità, Morgan non ha mai relegato a una posizione subordinata quella che rimane la grande passione della sua vita, ciò che lo rende - per chi scrive - il più completo ed eclettico cantautore/compositore pop italiano.
Da ascoltatore scrupoloso, mi piace documentarmi ed avere una visione quanto più dettagliata della carriera degli artisti che seguo; pertanto ho cercato di riunire i punti cruciali del percorso artistico tracciato da Morgan negli ultimi anni, nonostante appartenessero spesso a progetti in apparenza secondari, o fossero stati pubblicati tramite canali non ufficiali; l'ho fatto soprattutto non tenendo conto dell'atteggiamento conformista di chi parlava di un Morgan inconcludente e immobile nientemeno che dal 2007, anno del suo ultimo album di inediti. Con mia felice sorpresa, ho scoperto un'intelligenza viva e scalpitante, ma forse troppo vasta, insieme a un respiro artistico troppo poderoso per essere ricondotto a canoni prestabiliti, discografici e non solo.
Ho svelato un Morgan esegeta della più nobile canzone d'autore, da lui non soltanto spiegata e raccontata ma persino reinventata, allo scopo di riaffermarne il senso originario o per arricchirlo di un nuovo punto di vista, che accoglie e padroneggia gli innumerevoli filtri della sua cultura musicale. E che dire degli studi in ambito "classico"? L'apprendimento e la formazione accademica si sono sedimentati e poi evoluti in pura sperimentazione, scandagliando, destrutturando e ricomponendo autori solo apparentemente inaccessibili, come Bach, Beethoven, Ravel o Strauss.
Opere vittime di una tradizione museale che tende ad esprimersi in forme elitarie, hanno finalmente goduto di una nuova chiave di lettura. Qualsiasi sia la materia da trattare, la condizione necessaria per Morgan è che possa scorrere sotto la lente di una visione personale ed inedita, refrattaria agli schemi mentali e alle aspettative di chi lo vorrebbe autore di prodotti in serie, disciplinata esclusivamente dalla propria sensibilità e libertà di scelta; caratteristiche che si risolvono concretamente nell'utilizzo di strumentazioni all'avanguardia, nell'aggiornamento costante dei metodi di registrazione, nella costruzione e nella cura (oserei dire amore) dei suoni.
Senza dimenticare che quello musicale è per Morgan un linguaggio interattivo che si compone di molteplici elementi della comunicazione orale e scritta; una multidisciplinarietà capace di coniugarsi nella forma della narrativa per ragazzi o della critica colta, del saggio, della riflessione filosofica, del componimento poetico, del gioco enigmistico, del paradosso, fino a comprendere il campo dell’elaborazione grafica.
Va da sé che Morgan non è e non può essere riconducibile ai codici con cui siamo abituati a interpretare la discografia convenzionale di un qualsiasi autore di canzoni. Morgan va riconosciuto in un quadro più ampio e totalizzante. Io ho scoperto tutto questo esplorando la carriera del cantautore. Chi non ha il tempo di intraprendere il medesimo percorso può semplicemente ascoltare l'Audiolibro, che, a partire dalla sua fisionomia enciclopedica, distilla la testimonianza esistenziale di un uomo che rivela se stesso, attraverso le sue innumerevoli espressioni.
Articolo del
11/12/2020 -
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