Nuovo e.p. per Bruce Sudano, chitarrista e cantante americano, originario di Brooklyn, New York e molto noto come compositore. Sono infatti molto famose le canzoni scritte per Dolly Parton, Donna Summer e Michael Jackson, nei tanti momenti di attività parallela alla dimensione Brooklyn Dreams, che sono da sempre la sua band. In questo mini album come solista , intitolato “Ode To A Nightingale” , Bruce Sudano ci consegna ancora una volta un saggio del suo talento che si riversa nell’arco di sette brani, di natura diversa fra loro, ma tutti molto ben arrangiati e felicemente ispirati.
Si tratta di “pop songs” di classe che intrattengono piacevolmente, canzoni rivolte al grande pubblico, non soltanto agli intenditori. Il disco è stato realizzato quasi interamente nel suo “home studio” di Milano, città dove risiede per gran parte dell’anno, quando non è impegnato a Los Angeles. Le canzoni destinate a completare questo e.p. sono state successivamente prodotte da Randy Ray Mitchell, a Los Angeles. Ma passiamo ai brani: “Cosmic Ride” è una ballata di rhythm & blues infarcita di sonorità legate ad una particolare band del passato: i Traveling Wilburys , il supergruppo che comprendeva Jeff Lynne, Bob Dylan, Tom Petty , Roy Orbison e George Harrison. Ebbene, Bruce Sudano ha sempre amato quella band, quel tipo di arrangiamenti e questa nuova canzone è un tributo a quel periodo, a quei signori musicisti. “Ode To A Nightingale”, la “title track” è una ballata pregevole, che prende spunto dal canto dell’usignolo che, al termine della notte, annuncia la luce.
Una metafora sulla fine della pandemia, sull’alleggerimento delle “chiusure” che hanno cambiato la vita di tutti. “In Shadowland”, una ballata acustica davvero bella, è il primo singolo tratto dall’album e ci racconta di come siamo circondati da cose preziose, cariche di mistero, di cui spesso neanche ci accorgiamo, ma che invece sono dentro di noi e ci dicono da dove veniamo, ci spiegano dove stiamo andando. “Do Be Do (Daytrippin’)” è il secondo singolo, un brano carico di “groove”, una ballata più allegra e ricca di speranza, che si richiama al tempo trascorso in lockdown con sua moglie Francesca, sposata appena un anno fa. Molto belle anche “Fatal Love”, “Not Your Hero e “All Hands”, canzoni molto ben impostate, con soluzioni armoniche sempre molto gradevoli.
Ma d’altra parte se Bruce Sudano ha ricevuto un dono , è proprio quello di saper scrivere canzoni e in questo mini album non ne sbaglia una! Da ascoltare.
Articolo del
04/10/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|