Chiunque può soffrire, più o meno, di pensieri intrusivi: immagini e idee che improvvisamente arrivano alla mente, involontari, a volte persistenti, che generano disagio o ansia.
Andrea Laszlo De Simone, con l’album Una lunghissima ombra (in realtà un poema visivo composto da quadri filmici e un disco) che esce oggi 17 ottobre 2025 per 42Records, parla appunto di questi.
Anticipata dai singoli “Un Momento Migliore”, “La Notte” e “Quando”, l’uscita dell’album è stata preceduta dal bagaglio visivo relativo al progetto che lo stesso artista ha messo in rete già prima, corredandolo di soli audio ambientali.
Ma perché il titolo Una lunghissima ombra? Con questo prodotto artistico Andrea ha voluto “...portare alla luce i pensieri intrusivi, quelli che sono costantemente presenti dentro di noi anche quando stiamo pensando ad altro e che finiscono per proiettare lunghe ombre sulla nostra esistenza” e in effetti ci è riuscito.
Andrea Laszlo De Simone, classe 1986, è un cantautore, compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore italiano, suona e registra i propri pezzi in completa solitudine ed è probabilmente proprio questo aspetto che contribuisce a renderli estremamente riconoscibili.
Più apprezzato in Francia che nel proprio paese, ha all’attivo due album, il primo di esordio “Ecce homo” (2012) e il secondo “Uomo donna” (2017), un EP “Immensità” (2020), suite fra pop e musica classica ufficialmente il pezzo più suonato nel 2020 dalla radio nazionale francese France Inter, e la colonna sonora del film “Le Règne animal” (2023) diretto da Thomas Cailley, con il quale ha ottenuto il "Premio César" per la migliore colonna sonora.
Ha inoltre all’attivo molti singoli, come a esempio “Vivo”, una ballad italiana e molti suoi brani si trovano inseriti in vari film italiani e internazionali come “Winter Boy - Le Lycéen” di Christophe Honoré, “L’Ombra del Giorno” di Giuseppe Piccioni, “Coma” di Bertand Bonello, “Tutto Chiede Salvezza” di Francesco Bruni.
Sua anche la prima colonna sonora originale di “Promises” di Amanda Sthers con Pierfrancesco Favino, Jean Reno e Kelly Reilly.
Questo suo ultimo lavoro, “Una lunghissima ombra”, è un album da ascoltare con estrema attenzione, quasi composto da due anime: una di pezzi strumentali, che inducono alla riflessione tramite le loro sonorità, una di pezzi cantati dove il testo costituisce un messaggio ben più esplicito.
In questo senso “Il buio”, il pezzo d’inizio, non cantato, pone subito l’ascoltatore di fronte al tema dell’intero album, quell’ombra che avanza, quell’apparire di pensieri intrusivi che mette chiunque a disagio, e lo fa usando sonorità ambientali esterne, tamburi e voci lontane che quasi pervadono chi ascolta allontanandolo dalla realtà, lo travolgono, lo sopraffanno, mentre le sonorità iniziali progressive rock di “Ricordo tattile”, il pezzo successivo, lasciano poi spazio a una parte cantabile più classica, che narra della traccia profonda che le esperienze e le sensazioni provate durante la vita lasciano nella memoria, dove il ricordo del passato a volte è desiderato e a volte si presenta quando non vorremmo.
Questa duplice natura dei pezzi, alcuni esclusivamente strumentali, ma molto significativi, altri cantati, si riflette sull’intero album ed è forse troppo marcata, anche se è una scelta artistica voluta.
Sempre in questo senso “Neon” un pezzo ambient, quasi sperimentale, molto breve (meno di un minuto), ma validissimo, e di contro “La notte”, che inizia come una sorta di preludio al pianoforte per poi lasciare spazio al canto, sempre intervallato dal pianoforte.
L’alternanza dei pezzi va avanti per tutto l’album quasi a ricordare che i pensieri intrusivi arrivano da soli, saltano fuori in modo inaspettato: da “Colpevole” con il flauto che traccia un motivo per introdurre il pezzo che parla di un senso di colpa più o meno latente che accompagna tutti e “Quando”, pezzo lunghissimo, denso di respiri, radio di sottofondo, suoni che traspaiono e si fanno strada per far intervenire poi il cantato, a “Diffrazione” con sonorità di pioggia in sottofondo utili a predisporre un momento che lasci fluire i pensieri in tutte le direzioni, ma anche “Rifrazione”, con una melodia di organo che si muove sempre su un tessuto di sonorità suscitando un momento di astrazione, un punto di osservazione dal quale la realtà appare illusoria.
Degna conclusione di tutto il lavoro la track title, ultima traccia dell’album, che ricorda alcuni pezzi di Branduardi ed è effettivamente una sintesi dell’intero album.
Complessivamente un album cerebrale costruito con estrema dedizione (emblematicamente la data di uscita corrisponde al numero dei pezzi), che vuole essere ascoltato con estrema calma, con la stessa concentrazione che l’autore stesso ha messo nel crearlo.
TRACKLIST 1. Il Buio 2. Ricordo Tattile 3. Neon 4. La Notte 5. Colpevole 6. Quando 7. Aspetterò 8. Per Te 9. Un Momento Migliore 10. Diffrazione 11. Pienamente 12. Planando Sui Raggi Del Sole 13. Spiragli 14. Quello Che Ero Una Volta 15. Rifrazione 16. Non È Reale 17. Una Lunghissima Ombra
Articolo del
17/10/2025 -
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