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Magnifica ristampa pubblicata dalla Rhino, “Let It Be (Deluxe Edition)” riconcilia l’appassionato di musica acquirente di supporti fonografici con un’industria discografica che sovente pecca di sciatteria nei contenuti e nella confezione dei titoli immessi sul mercato.
Superfluo elogiare il terzo album dei Replacements (“Stink”, uscito nel 1982, era un EP), classico dell’underground americano che per la vivacità, la forza travolgente e la freschezza che lo caratterizzano proprio non dimostra i quarant’anni che si porta sulle spalle.
L’edizione espansa, corredata da un libretto scritto come Dio comanda e zeppo di informazioni (fornite soprattutto da Elizabeth Nelson, giornalista del prestigioso The New Yorker, e Peter Jesperson, manager e coproduttore di “Let It Be”), offre un disco di rarità (“Kiss My Grassroots: Rarities and B-Sides”) e un altro con la registrazione di un concerto inedito tenuto nel 1984 al Cubby Bear di Chicago (“Goodnight! Go Home”).
Il materiale bonus su “Kiss My Grassroots” ripropone in parte brani già apparsi nella “Expanded Edition” del 2008, ma si apprezzano anche episodi quali “Answering Machine – Home Demo #2”, “Unsatisfied – Full Length Version”, con la loro maliconia stropicciata, “Androgynous – Alternate Version” e la cover dal vivo di “Hey Good Lookin'” (Hank Williams).
Il “Live at Cubby Bear” rappresenta perfettamente le peculiarità che rendevano ineguagliabile la band. Con la loro mescolanza di irruenza punk (in certi casi hardcore punk) e aperture melodiche che mettevano a nudo dubbi e fragilità, di inni a baldoria e a stravizi alternati a momenti di dolorosa e disincantata introspezione, Paul Westerberg, Bob Stinson, Tommy Stinson e Chris Mars non potevano lasciare indifferenti.
Citare le perle del set comporterebbe far riferimento a buona parte della scaletta, ma è impossibile non nominare almeno “Can’t Hardly Wait”, “Unsatisfied” (la voce di Westerberg è carta vetrata), lo swing irrobustito di “I Will Dare”, la trascinante “Favorite Thing”, l’impeto di “Kids Don’t Follow”, “Takin’ A Ride” e “Tommy Gets His Tonsils Out” (con riuscitissime accentuazioni ritmiche), il rock and roll accelerato di “Love You Till Friday”, “Take Me Down To The Hospital” e “Mr. Whirly”, la mesta “Johnny’s Gonna Die” e “Shiftless When Idle”, sorta di manifesto programmatico del complesso.
Album eccezionale e ristampa rimpolpata imperdibile. Non occorre aggiungere altro
Articolo del
23/12/2025 -
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