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I Beastie Boys sono i protagonisti del nuovo episodio di “Rock Legends” su RaiPlay che ne ripercorre la carriera. Un “fenomeno" che, attraverso 30 anni di carriera, ha segnato una traccia indelebile nel mondo della musica internazionale, inventando con inimitabile stile un nuovo modo di fare Hip Hop, contaminandolo con pesanti chitarre, decise influenze punk e soprattutto con un’ironia che dissacra tutti i miti della musica odierna; dal rock "bianco" agli stereotipi del sound Black, creando una formula che solo per l'incedere del cantato può essere definita Hip Hop, ma che coinvolge tutti gli stili musicali.
Beastie Boys, o meglio Ad-Rock, Mike D & Mca. Quei tre eterni ragazzi di Brooklyn che con le loro continue intuizioni hanno fatto ballare e sollazzare consecutivamente tre/quattro generazioni con soli otto album "ufficiali", dal mitologico esordio "Licensed To Ill" a “Hot Sauce Committee Part Two”.
La loro storia inizia nel 1979. A Brooklyn quattro ragazzini bianchi formano un gruppo chiamato The Young Aborigines: sono Michael Diamond, che poi si farà chiamare Mike D (batteria e poi voce), John Berry (prima chitarra e poi basso), Jeremy Shatan (che si scambia spesso di ruolo con Berry) e Kate Schellenbach (che prima suona le percussioni a mano e poi eredita la batteria di Mike D). Hanno dai 14 ai 16 anni. I primi concerti in locali di una certa capienza, i primi fan oltre la cerchia di amici e conoscenti, i primi contatti con una label indipendente, la Rat Cage di Dave Parsons, che si offre di registrargli e pubblicargli un 7" che diventerà il primo reperto ufficiale della loro discografia come Beastie Boys.
L’anno della svolta è il 1983, quando viene pubblicato "Cooky Puss", un Ep di soli quattro pezzi considerato la pietra filosofale del gruppo. Sempre prodotto dalla Rat Cage, questo secondo Ep contiene i semi germinali di quello che sarà il segreto del successo dei Beastie Boys. Il brano "Cooky Puss" diviene, in breve tempo, una hit suonata nei dance club della New York di tendenza. Bisogna aspettare gli ultimi mesi del 1986 e, anticipato dai singoli "Hold It Now, Hit It" e "Paul Revere/The New Style", arriva il primo vero botto, esce “Licensed To Ill”.
Licensed To Ill, è la “tempesta perfetta”: i Beastie Boys creano una miscela esplosiva tra la loro attitudine autoironica e demenziale (tipica del punk) associata all’immaginario colorato dell’hip hop e del rap che in quel periodo era egemone nella musica americana. E non è un caso il sostanziale contributo dato al disco da J. "Run" Simmons e Jam-Master Jay dei Run DMC. Il successo dei Beastie Boys è folgorante e globale e li proietta al primo posto di tutte le Top Chart possibili ma presto cominciano le “montagne russe”, effetto di un periodo di sbornie e di eccessi. Nel 1988 i tre non più ragazzi newyorkesi rescindono il contratto con la Def Jam e passano alla Capitol, abbandonano New York per trasferirsi in California, a Los Angeles. Il frutto di tutti questi stravolgimenti è un altro capolavoro, Paul's Boutique, un disco in cui convivono nuovi suoni dal dub alla musica jamaicana al pop psichedelico. Sono questi gli anni in cui si consolidano le basi di un gruppo che ha sempre difeso con le unghie la propria libertà creativa ed espressiva.
Tutti i successivi episodi discografici (da Hello Nasty a Ill Communication fino a To The 5 Boroughs) sono solo la conferma della assoluta unicità che i Beastie Boys hanno rappresentato nell’arco di trent’anni nel panorama musicale.
La notizia della scomparsa di Adam Yauch, morto il 4 maggio 2012 all'età di appena 47 anni, ha segnato inevitabilmente la fine di questa grande storia. Ma la genialità dei Beastie Boys rimane un patrimonio da cui tutti gli appassionati di musica e gli stessi musicisti possono attingere a piene mani per capire come rompere gli schemi per crearne dei nuovi, con stile ed ironia
Articolo del
13/03/2017 -
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