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Arrivano da Basildon, e calcano le scene dal 1980. Sono i Depeche Mode i protagonisti della nuova puntata di Rock Legends su RaiPlay.
La storia di una delle formazioni più importanti dell’elettropop britannico ed internazionale, inizia nel 1977 quando tre amici, Andy Fletcher, Martin Gore e Vince Clarke, sentono un ragazzo di nome Dave Gahan cantare Heroes di David Bowie e decidono di prenderlo come frontman.
Sulle prime, dimostrano che non sia necessario avere un set tradizionale di chitarre, batteria e tanto rock’n’roll per sfondare in un periodo in cui in Inghilterra sta esplodendo l’onda del punk. Il loro sound iniziale si basa prettamente sulle influenze di Vince Clarke e fa riferimento alla parte più dark del pop metallico, come quello ispirato dagli Orchestral Manoeuvres in the Dark.
E’ anche una fase musicale in cui si cominciano a farsi strada i synth, che ormai sono molto diffusi, portatili e modulari.
Il primo singolo, Dreaming of me, pubblicato con la Mute di Daniel Miller, definisce il loro sound come un indelebile marchio di fabbrica: un elettropop semplice e scanzonato. Ma è il terzo singolo, I Just can’t get enough uscito nel 1981, che li consacra come la novità più che interessante del momento.
Nonostante una serie di avvicendamenti (Vince Clarke lascia il gruppo rimpiazzato da Alan Wilde) e forti del grande successo di pubblico, i Depeche Mode spiccano il volo e si avviano verso una serie di produzioni che li fanno conoscere in patria, in Europa ma anche oltre oceano, in quel momento un primato rispetto ad altre band inglesi.
La svolta artistica decisiva del gruppo coincide con l’uscita, nel 1986, di Black Celebration, un album che propone un suono maturo e denso, la voce di Gahan prende la dimensione solida e affascinante di quella che nel tempo darà l’impronta a tutti i lavori dei Depeche Mode.
Nel loro successivo percorso, si inseriscono collaborazioni importanti, come quella con Anton Corbijn per il video di A Question of Time, o con Flood (reduce dal successo avuto con The Joshua Tree degli U2) nella produzione di Violator, l’album più venduto dei Depeche Mode (solo negli USA 4,5 milioni di copie) grazie alla presenza di singoli di spessore come Personal Jesus e Enjoy the Silence. Come ogni grande band che si rispetti, arriva il momento di crisi proprio in concomitanza con il grande successo. Dopo il Devotional Tour del 1993 il gruppo si sfascia: Gahan ha problemi di droga, Gore ha problemi con l’alcol, Fletcher cade in depressione. Alan Wilder non regge a lungo il carico di lavoro e abbandona.
Ma la pausa, nonostante tutto, è più che rigenerativa e quando si rimettono insieme sono più forti di prima e, anche grazie all’arrivo di Ben Hiller in veste di nuovo produttore, sfornano una serie di album di successo che oltre a consacrarli, reinventano il loro sound mantenendo la loro caratteristica predominante: l’autenticità
Articolo del
29/03/2017 -
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