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Jean-Michel Jarre
L’allarme ecologico che parte dalle sponde del Mar Nero
di
Redazione XTM
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Jean Michel Jarre, uno dei pionieri della musica elettronica, figura carismatica e visionaria che ha sempre esplorato con la sua musica diversi orizzonti, è tornato a suonare dal vivo il 6 aprile in un grande spettacolo sul Mar Nero. Il suo ritorno è stato ufficialmente motivato dalla volontà di richiamare l’attenzione del grande pubblico sull’emergenza ambientale in un luogo, quello della Fortezza di Masada, dove più forti sono i segnali del degrado e dell’emergenza ecologica.
Un concerto che è durato tutta la notte, in cui l’artista francese ha pubblicamente stigmatizzato le ultime prese di posizione dell’amministrazione Trump di smantellare la legislazione attualmente in vigore negli Stati Uniti allentando fortemente i controlli e i vincoli a tutela dell’ambiente.
La scelta simbolica del Mar Nero, diviso a livello territoriale tra Giordania i territori Palestinesi ed Israele, è legata all’evidenza delle condizioni di un lago (il più basso e il più salato del mondo) che sta arretrando di un metro ogni anno a causa del riscaldamento globale.
Jean Michel Jarre con questa iniziativa simbolica vuole cercare di “svegliare la coscienza dell’opinione pubblica” sull’allarme della prossima sparizione del Mar Nero accostandolo metaforicamente al suo più grande capolavoro Oxygene.
Anche in virtù del suo ruolo di Ambasciatore dell’Unesco, il compositore e musicista francese ha cercato di avere la massima cassa di risonanza con un concerto in una cornice, la Fortezza di Masada, che la storia racconta fosse la residenza di Re Erode che la costruì in quel luogo nel primo secolo Avanti Cristo.
“Questa regione appartiene all’umanità –ha dichiarato Jarre- Ci deve coinvolgere da ogni diverso punto di vista e noi dobbiamo fare il massimo per proteggere questi luoghi”. Jean Michel Jarre ha già presenziato a grandissimi eventi come il monumentale concerto di Houston del 5 aprile 1986 per celebrare i 25 anni della Nasa e i 150 anni della città e del Texas e, soprattutto, per lo show tenuto a Mosca a cui hanno assistito tre milioni e mezzo di persone che è entrato nel Guiness dei Primati.
Ma questa volta non è stato un concerto di massa ma per solo diecimila presenti che hanno pagato un biglietto tra 128 e 767 dollari.
“Per me il punto centrale del progetto è quello di far arrivare il messaggio al maggior numero di persone che siamo in una fase di ancora più grave pericolo per l’equilibrio ecologico della Terra e mi auguro che anche questo concerto possa contribuire ad organizzare un resistenza sui temi ambientali contro Trump in tutto il mondo”.
Alexandra Juran è stata la regista dello spettacolo e avrà il delicato compito di confezionare un documentario, trasmesso prima della fine del 2017 a cui è demandato il compito di far arrivare al grande pubblico il messaggio di un evento che rischia di rimanere puramente simbolico
Articolo del
10/04/2017 -
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