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Radiohead
Con affetto, Roger
di
Fabrizio Biffi
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Non cala la tensione intorno alla decisione dei Radiohead di suonare in Israele il prossimo 19 luglio. Dopo aver annunciato la data di Tel Aviv, erano iniziate a piovere alcune critiche che hanno trovato un’eco pubblica nella lettera firmata recentemente da oltre cinquanta musicisti, attori e registi. In prima fila Roger Waters, Thurston Moore Ricky Tomlinson, Desmond Tutu e Ken Loach. Una prima “Lettera aperta ai Radiohead”, ad aprile di quest’anno, in cui si rimarca che “…andare in Israele significa suonare in uno Stato che i rapporti dell’ONU hanno descritto come responsabile di sistema di apartheid nei confronti dei cittadini palestinesi. Ricordando la campagna dei Radiohead a favore dei monaci tibetani oppressi dal regime cinese, ci auguriamo che possano riconsiderare questa decisione per rispetto di un altro popolo che subisce una repressione illegittima”.
La risposta del cantante dei Radiohead si è fatta un po’ attendere ma è arrivata come un macigno: "il tipo di dialogo che vogliono instaurare è del tipo: o nero o bianco. Ma a me non sta bene. È desolante che loro scelgano di sputtanarci in pubblico piuttosto che confrontarsi con noi personalmente. Ed è profondamente irrispettoso, da parte loro, supporre che siamo disinformati: non capisco perché fare un concerto rock o andare a tenere una conferenza in un'università lì sia un problema, per loro".
E allora Roger Waters non ci ha pensato due volte e ha risposto questa volta a stretto giro affermando che Thom Yorke su Israele "non racconta com’è andata tutta la storia. ". Waters sostiene di aver provato più volte a contattare Yorke e compagni e che “avrebbe ancora piacere a spiegare le sue ragioni di questa contrarietà a suonare in Israele. Mi dispiace, la lettera non voleva essere offensiva, l’intenzione era solo quella di aprire una discussione civile. Possiamo farlo? Con affetto, Roger”.
Insomma, laddove la politica sembra essersi arenata rovinosamente, ci pensano i due carismatici musicisti ad aprire un clamoroso dibattito sulla questione Israelo-Palestinese con l’indiscutibile risultato di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica un tema che sembra essere passato in questi ultimi piani in secondo piano anche a causa di altre emergenze mediorientali.
Articolo del
05/06/2017 -
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