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Kanye West non è affatto una figura musicale di secondo piano, soprattutto negli Stati Uniti. Con oltre 100 milioni di canzoni scaricate e 21 milioni di album venduti globalmente, il rapper e produttore ha raggiunto l’apice delle classifiche e del gradimento della critica a più riprese negli ultimi dieci anni.
Ecco perché, dopo il suo inaspettato endorsement al Presidente Donald Trump, è entrato nel dibattito di costume e politico degli ultimi giorni anche a causa delle sue ripetute provocazioni.
Quasi per accendere ancora di più gli animi, in una intervista a Tmz, Kayne West ha definito "una scelta" la schiavitù che ha tenuto in catene per secoli gli antenati degli afro-americani, e stavolta la levata di scudi contro il rapper amico di Donald Trump è stata fortissima a partire da Spike Lee a Will.I.Am, dai quali partite bordate nei confronti del cantante.
"Quando senti che la schiavitù e' durata 400 anni.... 400 anni? Mi sembra una scelta", ha detto Kanye parlando con il sito di gossip della Cnn e creando un polverone mediatico. "Un ignorante", lo ha definito Will.I.Am, sette volte premio Grammy e fondatore dei Black Eyed Peas: "Uno dei commenti più' ignoranti che uno di noi può fare a proposito dei propri antenati".
Furibondo anche Spike Lee: "SCHIAVITU' una scelta? I nostri antenati non hanno scelto di essere strappati dalla Madre Africa. Ne' di essere espropriati della religione, lingua, cultura. Ne' di essere assassinati, linciati, castrati, bruciati vivi, le famiglie smembrate e vendute. I nostri antenati hanno costruito questo paese dalle fondamenta sotto una istituzione chiamata SCHIAVITU'", ha twittato a raffica il regista di "Fai la cosa giusta".
Scelta? "I neri hanno combattuto contro la schiavitù da quando per la prima volta siamo approdati su questo continente", ha stigmatizzato la Naacp, la maggiore organizzazione Usa per i diritti della gente di colore. Kanye ha tentato di correre ai ripari: "Non volevo dire che gli schiavi sono stati incatenati e messi su una barca di loro volonta", ma e' servito a poco, se non ad alimentare la fama del rapper come un incorreggibile bastian contrario che, come ha detto lui, "viene attaccato per presentare nuove idee".
West, come l'amico e "fratello" Trump, e' un provocatore nato e c'e' chi, come Forbes, ha sospettato una trovata di marketing a proposito della "risurrezione" del rapper sui media dopo un anno di assenza e in vista dell'uscita sabato del nuovo brano ”Ye Vs The People". Altri, anche in famiglia, nutrono preoccupazioni sulla salute mentale dell'artista: "La moglie Kim e' sulle spine quando ha episodi maniacali come questo", ha detto una fonte al magazine People
Articolo del
03/05/2018 -
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