Young Signorino Noi siamo Young Signorino di Emanuele Lauriola

Negli ultimi anni consci del periodico raschiamento del fondo del barile musicale, sono emerse figure che con fini espressamente trash o meno ci hanno proposto un po’ di tutto, dalla hit dell’estate al pezzo che nel bene o nel male è finito nel dimenticatoio globale.

Se ben ci pensiamo ognuno di noi è in grado di tirare fuori almeno 2 o 3 personaggi che un po’ come meteore o fenomeni da baraccone sono passati in radio e in tv un paio di volte, per poi tornare nel nulla cosmico. Uno a caso è Bello Figo: l’ex Gucci Boy dopo le sue hit “Pasta con tonno” e “Non pago affitto” vuole tornare a far parlar di se con un libro biografia uscito pochi giorni fa e intitolato “Swag negro. Non ce la fa nessuno”. Non c’è limite al trash.

Oggi invece è il turno di Young Signorino, personaggio che oramai tutti conosciamo e che viene definito con meriti del tutto apparenti il Marilyn Manson italiano. Dopo “Padre satana” e “Dolce droga”, Signorino ha definitivamente spaccato in due l’opinione pubblica con il suo singolo intitolato “Mmh ha ha ha” che per chi ancora non lo conoscesse è un mix tra trap e suoni gutturali seguiti da qualche lettera dell’alfabeto e risata. Ne abbiamo sentita di ogni su questo brano incluso il paragone a dir poco spiazzante che sosteneva l’analogia con l’andamento ritmico utilizzato da Bach nelle sue composizioni. Pensavo fosse uno scherzo.

Personalmente trovo questa canzone molto futurista non nel senso che farà da apripista a quella che sarà la musica tra qualche anno, ma che richiama quel movimento artistico di inizio ‘900 che cercava il contrasto con quello che era il pensiero dell’epoca. Se cercavi il contrasto Young, possiamo parlare di capolavoro. Capolavoro non solo per quanto riguarda il brano, ma per il confezionamento del prodotto: il video è un’autentica perla che porta la figura di Signorino ad un livello altissimo, così alto da fruttargli in un battito di ciglia i primi posti nella classifica tendenze nonostante dei numeri “insoliti".

Osservando i risultati del suo video su YouTube troviamo quasi 15 milioni di visualizzazioni, 65 mila commenti, circa 150 mila like e ultimo dato, ma in assoluto il più importante 420 mila dislike. Avete letto bene: 420 mila dislike! Ora vi chiederete: - Ma se non piace perché funziona? -. In un mondo dove l’indice di gradimento la fa da padrona Young Signorino si dimostra un autentico genio del marketing arrivando prima di tutti su un concetto universale: che tu stia parlando bene o male di un prodotto lo stai comunque promuovendo.

Parliamoci chiaro: cosa ha di diverso Young Signorino rispetto ad altri? Analizzando il suo profilo capiamo che ha avuto o ha problemi psichici, problemi con la religione, problemi con farmaci/droga, molti tatuaggi e fa musica “discutibile”. E allora? Cosa ha di innovativo o di così incredibile per far si che diventi una celebrità o che venga annoverato nel circolo degli innovatori?

Se andiamo a vedere l’intervista rilasciata al Matrix Chiambretti salta subito all’occhio che il goffo tentativo di Signorino di imporsi come “il figlio di satana” si rivela poco convincente nell’economia di emulare il suo stesso ego. Sarà stata pure la sua prima intervista in tv, ma direi che le aspettative erano ben altre… Per chiudere il cerchio di questa singolare e controversa vicenda vi segnalo inoltre che Signorino ha iniziato la “stagione dei concerti”, collezionando non presenze e impianti che “non lo sorreggono durante la serata”, bicchieri volanti e insulti di varia natura.

Indipendentemente dall’orientamento pro o contro questo artista, è innegabile che la sua parabola sia un vero e proprio insegnamento per tutti: noi siamo quello che guardiamo e oggi lo dimostriamo tramite numeri, quegli stessi numeri che “doniamo” forse inconsapevolmente per interagire in maniera del tutto virtuale con quello che ci viene proposto. Sapete qual’è la verità di tutta questa faccenda? La verità è che noi siamo Young Signorino!




Articolo del  06/06/2018 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati