Domenica 14 aprile si è svolta per la seconda edizione della rassegna “Voci e altri invisibili” l’evento intitolato “Anna Cappelli adora i Baustelle”, ospitato dal Museo Madre di Napoli e in collaborazione con Casa del Contemporaneo e Fondazione Morra - Museo Nitsch. La performance ispirata all’ultima opera del drammaturgo Annibale Ruccello, la cui rivalutazione come autore teatrale è avvenuta dopo la sua morte, è stata diretta da Rossano Giuppa mentre ad accompagnare il monologo sono state le musiche dei Baustelle, impreziosita dalla capsule collection del disegner casertano Italo Marseglia. Ospite dell’evento, nonché in rappresentanza della band toscana Baustelle, Rachele Bastreghi, prima interessata spettatrice della performance e poi a seguire protagonista di un dj set.
“Anna Cappelli” è un monologo che vede l’omonima protagonista alle prese con una convivenza difficile con la signora Tavernini prima e l’innamoramento col ragionier Tonino Scarpa poi. Quella indossata da Anna è una maschera destinata però a cadere, rivelando la sua vera natura morbosa che sfocia nella possessione materiale, tanto di oggetti quanto di persone. Fino ad arrivare a un epilogo estremo, che completa l’evoluzione del personaggio. Quella andata in scena nella sala Re_PUBBLICA del Museo d'arte contemporanea Donnaregina (Madre) è stata una performance sospesa a metà nel trittico artistico che ha visto coesistere equamente drammaturgia, musica e moda. A interpretare il ruolo di Anna Cappelli è stata l’attrice Bianca Nappi, abile nel calarsi in un personaggio tutt’altro che di facile interpretazione e lettura, padroneggiato però con espressività e pathos. La trasposizione giunta agli occhi degli spettatori ha assunto un carattere dinamico negli intermezzi tra una scena e l’altra: nel suo delineare il quadro psicologico di una figura femminile estremizzata e con una forte smania del possesso, la performance si è avvalsa di figuranti con indosso capi, simili a camicie di forza, atti proprio a raffigurare e inscenare i legami ossessivi della protagonista, sfilando sotto lo sguardo curioso dei presenti e di Rachele Bastreghi.
Ben presto è stata chiara anche la presenza di vari leggii posizionati nella sala, raggiunti di volta in volta da Bianca Nappi, a indicare non solo un cambio scenico ma anche a simboleggiare l’evoluzione del personaggio di Anna. Le parti recitate dall’attrice sono poi state intermezzate e scandite dalle musiche dei Baustelle, uno dei gruppi più all’avanguardia nel panorama musicale italiano. Brani come Arrivederci, Monumentale, La morte non esiste più e Perdere Giovanna hanno accompagnato le movenze spettrali dei figuranti nella sala, rievocando quelle atmosfere tangibili nei suoni e testi della band toscana. Come sottolineato nella presentazione della performance, Annibale Ruccello avrebbe sicuramente apprezzato i Baustelle e la loro musica ma in egual misura la band di Montepulciano avrebbe trovato nel commediografo stabiese una preziosa fonte d’ispirazione. Sono molteplici infatti le donne baustelliane che presentano tratti psicologici a volte fragili o estremi, proprio come la figura di Anna Cappelli.
Seppur più pacata rispetto alla Bastreghi in versione Baustelle della controparte live, la Rachele disc jockey mantiene però quell’ inconfondibile charme che la contraddistingue. Nella sua consueta ed elegante mise la lady dei Baustelle ha sfoggiato sorrisi, prestandosi a foto e chiacchiere con i presenti, smentendo ancora una volta l’infondata accusa che vedono i Baustelle archetipi dei musicisti snob. Musicalmente varia e ben orchestrata è stata la selezione scelta da Rachele per la serata napoletana, che placidamente è scivolata via tra atmosfere moderatamente elettroniche e revival lontani nel tempo, che denotano un sofisticato gusto musicale. Sympathy for the Devil degli inossidabili Stones, Toxic della Britney Spears pre-rehab, i Blonde Redhead con Dr Strangeluv e Ooh La La dei Goldfrapp sono alcune delle tracce scelte dall’artista che di fatto hanno animato la serata svoltasi al Museo Madre.
“Anna Cappelli adora i Baustelle” è quella che può essere definita una performance raffinata e intelligente, una rappresentazione visiva-artistica impegnata su più fronti che ci auguriamo abbia maggiore seguito, soprattutto nel capoluogo campano, polo culturale che meriterebbe più spazio e considerazione. A rendere ancora più illuminante la prova attoriale di Bianca Nappi si sono aggiunte le contaminazioni sartoriali di Italo Marseglia e quelle musicali dei Baustelle e di Rachele Bastreghi. Ma in fondo non siamo poi così tanto diversi da Anna Cappelli, con le nostre ossessioni per i legami affettivi e sociali che proviamo a tessere e disfare anche con una certa morbosità patologica. E proprio come la protagonista femminile del monologo di Annibale Ruccello, anche noi adoriamo i Baustelle.
Articolo del
17/04/2019 -
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