Da qualche parte c’è un mondo unico e speciale, caratterizzato dalla doppia forza di gravità, che racchiude due piccoli pianeti vicini, ma opposti l’uno all’altro. Il mondo di sotto è povero ed in miseria, sfruttato dall’opulenta società del ricco mondo di sopra. Agli abitanti dei due mondi è severamente proibita qualsiasi forma di contatto, ma questo non riesce a frenare Adam e i suoi sentimenti per Eden, l’amore della sua vita sin dall’infanzia, che il ragazzo deve riconquistare tra rischi e pericoli.
Atmosfere fantascientifiche fungono da scrigno per il dramma dei due amanti contrastati dal sistema e dalla società che vuole tenerli separati, opponendosi al loro amore che rappresenta una violazione delle regole e dell’ordine prestabilito. Un tema caro al cinema e alla letteratura da sempre, che Juan Solanas ci propone in una versione fantastica a e un po’ futuristica, avulsa dalla nostra normalità quotidiana e dominata da singolarissime leggi della fisica con un peso davvero rilevante ai fini della storia stessa. La prima parte della storia, che dovrebbe servire a spianare la strada al climax, procede un po’ lentamente e per questo, quando quest’ultimo finalmente giunge, lo spettatore è senza dubbio preparato ma rischia di non riuscire a sentirsi coinvolto al cento per cento. Tuttavia la parte centrale del film funziona bene, peccato non si possa dire lo stesso della conclusione un po’ insensata, che sembra essere stata pensata con poca cognizione di causa e col fine unico di creare un finale davvero “paravento”.
A salvare Upside Down è la cura per l’aspetto visivo ed estetico, che lungi dall’essere fine a sé stesso o squisitamente esteriore, sprigiona una fortissima componente simbolica che, insieme alle spettacolari scenografie e ad una buona fotografia, costituisce il vero punto di forza della pellicola. L’opposizione netta e quasi violenta tra i due mondi è sempre e costantemente evidenziata da soluzioni grafiche in cui una linea netta , sia essa verticale od orizzontale, divide sullo schermo le persone del mondo di sotto da un lato, da quelle del mondo di sopra dall’altro. Le rappresentazioni dei rari momenti di incontro tra i rappresentanti delle due realtà è a sua volta sempre caratterizzata dalla presenza di una luce forte, quasi ingombrante, ma soprattutto calda, ben lontana dunque dall’alone finto e glaciale di neon e led. Sempre per quanto riguarda gli aspetti grafici di Upside Down e il suo positivissimo impatto visivo, meritano una menzione i titoli di testa, molto belli e curati, che aiutano la voce narrante del protagonista a gettare le basi necessarie ad introdurre la storia che sta per svolgersi sotto ai nostri occhi. Un’idea davvero molto buona e vincente. I due piccoli innamorati col naso all’insù , che trovano l’uno nel cielo dell’altra e viceversa, una volta cresciuti hanno il volto di Jim Sturgess e Kirsten Dunst. Molto belle le inquadrature dall’alto o addirittura sottosopra che vedono protagonisti i due ragazzi e non solo.
Come è già stato ampiamente sottolineato, Upside Down è un piacere per la vista, e questo potrebbe bastare a colmare le carenze di contenuti e scenografia che purtroppo lo indeboliscono, quantomeno agli occhi di spettatori nient’affatto esigenti e con un debole per le storie d’amore contraddistinte da un romanticismo giovane ed avventuroso.
VOTO: 2,5 / 5
Articolo del
15/03/2013 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|