Una doverosa premessa: sono la persona meno indicata per recensire un film di Paolo Sorrentino. Perché per me è un genio assoluto, un fuoriclasse al quale perdonerei tutto, anche un suo eventuale passo falso, che prima o poi magari arriverà. Ma che, per fortuna, è ancora lontano dall’arrivare…
Parthenope non è un film su Napoli: Parthenope è Napoli! Sorrentino ha detto che ha lo stesso difetto degli altri miei film: non ha una trama! . Vero: non ha una trama, perché è come tutti i suoi film, che non raccontano qualcosa: disegnano quadri. I suoi film sono gallerie d’arte, dove il pittore prende il pennello, la sua macchina da presa manovrata con una tecnica sublime, e dipinge immagini di una rara bellezza estetica. Che al solo guardarle smuove nel visitatore corde dell’anima che rischiano altrimenti di rimanere sopite a lungo, fino alla necrosi. Parthenope nasce in mare nel 1950, sotto lo sguardo attento del suo padrino armatore Achille Lauro, ’o comandante (cosa c’è di più napoletano di Achille Lauro negli anni 50…), sguardo che poi diventa desiderio frustrato, come quello che sarà lo sguardo di tutti gli uomini che la ragazza incontrerà nella sua vita. Qui siete appena entrati nella galleria, ora sedetevi comodi nella carrozza dorata che l’armatore ha acquistato per noi visitatori, e fatevi un giro nelle stanze della mostra, e fermatevi per il tempo necessario ad osservare i quadri dipinti dal maestro. Osservate il quadro della giovinezza: per Sorrentino quella fase della vita va custodita, va blindata, va difesa. Mi sposeresti se avessi 40 anni in meno? chiede ‘o comandante a Parthenope, divenuta una 18enne dalla bellezza sconcertante. La domanda giusta, risponde lei, è: se io avessi 40 anni in più, lei mi sposerebbe? . È l’invadenza maschile, gretta, volgare; che non conosce limiti né confini. Dalla quale si dovrà difendere tutta la vita e che non a caso solo la sensibilità del suo scrittore preferito, John Cheever/Gary Oldman alcolizzato e depresso, rispetterà (Posso passeggiare con lei? le chiede Parthenope. No. Perché non voglio rubarle neanche un istante della sua giovinezza! ) Ok: proseguite il percorso nella galleria, non avrete che l’imbarazzo della scelta. Potrete fermarvi davanti al quadro della rabbia. Quello dove la decadente ex pornodiva Greta Cool (una bravissima Luisa Ranieri) sfoga la sua delusione per la sconfitta che la sua città le ha inferto, costringendola ad andare via: Voi napoletani siete patetici: pensate di essere furbi, date sempre la colpa agli altri, ma la colpa è solo la vostra! .
Oppure davanti al quadro della bellezza rubata, quello dove una praticamente invisibile Isabella Ferrari devastata dalla chirurgia estetica è costretta a nascondere per vergogna il proprio volto. O davanti al quadro della camorra, dove due famiglie si uniscono attraverso l’atto sessuale di due giovani sostenuti da un tifo imbarazzante. O davanti al quadro della rivolta giovanile del ’68, dove ancora si cullava il sogno che Uniti si vince. O davanti alla religiosità irriverente e truffaldina di una città che gioca con i suoi rituali, con quel miracolo di San Gennaro che un grandissimo Peppe Lanzetta prova a far sciogliere (cosa c’è di più napoletano di Peppe Lanzetta…) Andate avanti, osservate con attenzione i tanti altri quadri che i 135 minuti di film propongono: c’è il quadro dell’emigrazione, che genera figli segnati dalla cicatrice profonda di chi si sente abbandonato e costretto ad andare via (Andrai a Milano, ti sposerai, avrai un paio di figli. Poi andrai in crisi con tua moglie, mi richiamerai e darai a me la colpa! dice Parthenope al suo primo amore). Quella cicatrice che è dolore e nostalgia ma allo stesso tempo è legame indissolubile che sovrasta e cancella ogni distanza, nell’illusione di portare sempre dentro di sé l’anima di quella città. Siamo stati bellissimi. E in mezzo così infelici! , dice Stefania Sandrelli divenuta Parthenope anziana, che davanti ai faraglioni di Napoli riecheggia l’altrove finale della Grande Bellezza.
Non abbiate timore di perdervi in questo percorso così denso della galleria d’arte: vi guida un maestro che ha scelto lo sguardo tutto al femminile della protagonista, accompagnata dalla disillusa esperienza del suo professore universitario di antropologia. Quel Silvio Orlando che per tutto il film, alla domanda insistente di Parthenope Cosa è l’antropologia? si limita a dare risposte accademiche. E solo alla fine darà la sua vera risposta, che non svelo per non spoilerare ma che è fondamentale per una chiave di lettura portante del film: è solo con la cultura, che abbatte il pregiudizio, che la bruttezza, il vizio, il difetto possono essere visti con occhi liberi, rendendoli in grado di percepire la bruttezza come bellezza. In fondo, è proprio il patto tra il professore e la sua studentessa al momento dell’assegnazione della tesi: Io non la giudicherò mai e lei non mi giudicherà mai! . Che è lo spirito di Napoli, una città che non ti giudica: ti lascia fare, ti fa sentire libero, e questa è la grandezza ed il difetto di questa città bella e dannata. Piena di contraddizioni, che ami oppure odi. O meglio, che ami e odi al tempo stesso. Una città dove nonostante l’inesorabile scorrere del tempo rimangono immutati certi rituali; così come le onde del mare a volte si abbattono violente sugli scogli, senza però scalfirli.
Dunque, se ai tanti temi proposti nei quadri sopra descritti cercate delle risposte, rimarrete delusi. Perché come ha dichiarato Sorrentino C’è un errore di fondo se lo spettatore si aspetta delle risposte da un film. Spero di aver alimentato nuove domande piuttosto che aver dato risposte! . Di domande, in questa galleria d’arte, ne troverete molte. E se avrete letto questa mia interpretazione magari mi starete sbeffeggiando, pensando che non abbia capito nulla del film. Può darsi: ma una cosa mi sento di affermare senza timore di essere smentito: comunque la pensiate, qualunque sensazione abbiate provato di fronte a quei quadri, qualunque sia la vostra opinione su Paolo Sorrentino, siete di fronte ad un genio assoluto. E questo ve lo avevo detto in premessa!
Articolo del
28/10/2024 -
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