Da tredici anni la musica abbraccia il cinema sotto le stelle di Carloforte, l’isola che si trova a dieci chilometri dalla Sardegna e che fu colonizzata nel 1700 da una colonia di genovesi, anzi di pegliesi respinti dagli arabi. Per sei giorni, U Pàize, come viene chiamata Carloforte nel dialetto ligure-tabarchino, ospita il festival “Creuza de ma”, diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, dedicato alla musica per il cinema.
Una manifestazione davvero unica; ma se ci fermiamo un momento a riflettere scopriamo che oggi il cinema è il maggiore committente di musica. Nel passaggio dal CD allo streaming è cambiato tutto, sono comparsi nuovi padroni del mercato ed è scaturito un modo differente di ascoltare e persino di comporre. La musica per il cinema ci riporta in chiave moderna alle Corti e nutre di vita nuova il teatro musicale. Il festival di Carloforte celebra quella particolare musica che ha il compito di suggerire a chi assiste alla proiezione di un film i sentimenti e le azioni degli attori in scena. Ci sono musicisti che, grazie alle colonne sonore, sono diventati star internazionali, altri che con il potere di una colonna sonora sono riusciti ad affermare la propria identità.
A Carloforte, sono in programma sei giornate piene di incontri, di proiezioni cinematografiche e di musica. Ci sono gli attori, Angela Fontana e Michele Riondino, il duo di compositori Pivio e Aldo De Scalzi, e i registi, Marco Danieli, Antonello Grimaldi, Bonifacio Angius e il padrone di casa, Gianfranco Cabiddu, reduce dal successo di “Il flauto magico di Piazza Vittorio” , il film musicale da lui diretto con la partecipazione della cantante-attrice Petra Magoni. A cucire un po’ tutti gli eventi è Neri Marcorè, a sua volta attore e cantante. Da molti anni a questa parte esiste in Sardegna una nouvelle vague di registi e Cabiddu ne è un esempio con l’incetta di premi fatta con “La stoffa dei sogni” , il film che vedeva tra gli attori Sergio Rubini e Ennio Fantastichini.
E quest’ultimo, purtroppo scomparso, sarà ricordato con una proiezione speciale nella sezione notturna di Creuza de ma. Come ricorda il titolo, il festival si tiene nel nome di De André e quest’anno sarà presentato da Gianfranco Cabiddu, regista di Faber in Sardegna, un cofanetto appena pubblicato da Castelvecchi contenente il Dvd e il libro del critico musicale Enzo Gentile, “Faber in Sardegna raccontato da amici e colleghi” . C’è da dire che Fabrizio aveva col cinema un rapporto particolare perché, da lettore accanito, preferiva leggere un libro. In ogni caso, propendeva per il film storico, come poteva essere La presa del potere di Luigi XIV. In compenso, ha avuto tra gli amici più cari il regista Marco Ferreri e si dice che l’ispirazione del film “La grande abbuffata” sia scaturita dalle cene che si tenevano nella casa di Portobello di Gallura, ospiti anche Tognazzi e Mastroianni.
Negli anni Settanta Fabrizio mi disse, non so quanto seriamente, che un giorno avrebbe voluto scrivere una colonna sonora e nel 1988 realizzò con Mauro Pagani la musica di Topo Galileo. Doveva essere solo l’inizio ma è rimasto un episodio. Gianfranco Cabiddu spiega: “A Creuza de ma, la musica del film non è musica di servizio, cioè quella musica che vive solo in funzione di un film ma è quella musica che se improvvisamente venisse a mancare tutto il cinema crollerebbe di schianto, privato di quell’aura indicibile che è talvolta necessaria nelle cose dell’arte, anche quella più popolare. Noi ci collochiamo in quella terra di mezzo di ricerca e studio e di godimento, indagando sia il momento della creazione che il momento della fruizione quando si spegne l’immagine e si accende il concerto”.
La musica non è simbolica, diceva Fabrizio De André: rappresenta se stessa, anticipa la ragione ma può vivere assieme alle immagini. E nelle colonne sonore possiamo ritrovare il significato delle cose. Un po’ come accade per la musica del circo, dei clowns, scritta dal sommo Nino Rota per Fellini il quale avvertiva in quelle note la sensazione di una vita fuori dalla vita: il circo è un modo di vivere e la musica ce lo testimonia. Nel festival non manca la parte della formazione, avviata tre anni fa con il Corso di scrittura di musica per cinema, dedicato a Sergio Miceli e guidato da Franco Piersanti, con la presidenza onoraria di Ennio Morricone. In collaborazione con il Centro sperimentale di cinematografia, il festival vara la seconda edizione del Cine Campus di musica per il cinema con un incontro metodologico degli allievi del secondo anno classi di suono, montaggio, regia. Il responso che arriva da Carloforte è che l’undicesima musa è più viva che mai. E le suggestioni aumentano con il concerto che viene eseguito al tramonto da Marcella Carboni, (arpa), Simone Alessandrini, (sax), e con lo scouting sonoro di Stefano Campus; si suona all’interno di un’oasi naturale, Capo Sandalo, raggiungibile attraverso una creuza de ma.
Articolo del
13/09/2019 -
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