Capita spesso che quando ascoltiamo una canzone veniamo rapiti, come risucchiati in un vortice fatto di parole e note, come se quelle stesse ci parlassero per farci riflettere, stare bene, oppure solo per essere semplicemente cantate.
A proposito di canzoni da cantare, ho scelto di raccontarvene una che da sempre è stata un grido per tutte quelle persone che hanno scelto di fare il proprio viaggio, di seguire la propria strada o che semplicemente pensano, come diceva il filosofo Francese Marcel Proust, che: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti, ma nell'avere occhi nuovi. ” Oggi vi racconto "Vita spericolata" di Vasco Rossi. Quando Vasco, qualche anno fa, raccontò la nascita di "Vita spericolata" e il suo lungo travaglio, rimasi quasi rapito dalla serie di avvenimenti che gli accaddero, che portarono alla scrittura della canzone e di conseguenza alla realizzazione dell'artista. Ma come sempre procediamo per ordine.
Siamo nel 1982, Vasco Rossi viene da un ottimo festival di Sanremo con "Vado al massimo", canzone che fu apprezzata dalla critica che la definì "moderna e leggera" Seguendo l'onda del successo sanremese, Vasco cominciò a riempire l'agenda di serate e concerti. Una sera, in Sardegna davanti al campo sportivo dove si sarebbe dovuto esibire, mentre si stava allestendo il palco, all'improvviso, come accade spesso in terra sarda, scese giù un diluvio d'acqua e vento. Il temporale era di quelli duri e feroci, la pioggia cadeva giù con un vento di maestrale così forte, che Vasco si rifugiò in macchina per riuscire a trovare un riparo.
La pioggia batteva incessantemente e Vasco, nell'attesa che spiovesse, spinse la cassetta nello stereo e cominciò a riascoltare per l'ennesima volta la base musicale del musicista e autore Tullio Ferro che da tempo aspettava di avere il testo. La canzone era ancora in alto mare e l'unica frase che veniva in mente a Vasco, su quelle prime note, era "io voglio Licia". Queste parole non lo convincevano affatto e proprio quando l'ispirazione pareva averlo abbandonato, ecco che arriva la svolta che cambia tutto il destino. Sarà stato il momento particolare, la pioggia incessante, il suono del vento “maestrale”, oppure semplicemente mesi di notti insonni e di pensieri volati via, che sotto quel temporale, Vasco sostituisce la frase “io voglio Licia" con "voglio una vita”. Da lí tutto il resto venne fuori di getto, le parole vennero giù come una cascata, tutto divenne liquido, come l’acqua che cadeva giù e fu molto semplice continuare a scrivere di una vita “piena di guai” "maleducata”, “spericolata” . In quella macchina e in quella serata tutto divenne naturale e Vasco capì che era venuta fuori una canzone perfetta.
Andando contro il parere dei suoi produttori musicali, l'anno dopo decise di tornare a Sanremo con quel brano dal titolo particolare. La canzone venne presentata alla 33esima edizione del Festival di Sanremo nel 1983 dove non ebbe un grande risultato in termini di classifica finale. Giunse infatti in penultima posizione, ma fu immediatamente amata dal pubblico dei giovani di quell’epoca e lanciò definitivamente la carriera del Komandante. Ancora oggi quella vita spericolata è il suo manifesto di vita e resta per tanti un simbolo iconico dell’essere sempre se stessi, anche se diversi perché alla fine... ci ritroveremo come le stars a bere del whisky al Roxy bar O forse non c'incontreremo mai Ognuno a rincorrere i suoi guai Ognuno col suo viaggio Ognuno diverso E ognuno in fondo perso Dentro i fatti suoi.
Articolo del
16/10/2021 -
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