Un artista dal talento unico con cinquant’anni di carriera alle spalle, ha raccontato di amori, di storie, di extraterrestri. La sua musica è garbo, note che ti toccano il cuore, che ti trasportano come in un viaggio lungo e piacevole. Dopo trent’anni è ritornato a Napoli, al Teatro Trianon Viviani detto: ò Trianon, luogo secolare dove è mischiato il sacro e profano, dove i più grandi del teatro e della musica napoletana si sono esibiti. Così lo scorso 14 Gennaio, insieme ai pugliesi Mirko Signorile al pianoforte e Raffaele Casarano al sassofono, è stata la volta di “Euphonìa Suite”, con il maestro Eugenio Finardi un artista dal talento unico, che nel suo genere ha fatto della voce un modo per raccontare che la musica può essere narrazione
Buongiorno Maestro Buongiorno
Le faccio i complimenti per questo lavoro particolare, unico e le chiedo: da dove nasce l’idea? L’idea nasce durante il lockdown per un bisogno di cura, di un qualcosa che mi accompagnasse: la musica è anche una grande medicina, Da anni suonavo con Raffaele Casarano e Mirko Signorile. Ho cominciato a raccogliere un po’ di registrazioni dei nostri concerti e mi sono reso conto che questa particolare sonorità di pianoforte, voce e sax creava quest’ ambiente sognante, quest’atmosfera particolare! Da lì è nata l’idea di unire tutti i pezzi per costruire un percorso fatto di ricordi, emozioni e sentimenti, inteso come cura e ricerca di una pace interiore.
Il suo lavoro si potrebbe definire come una “colonna sonora” all’interno delle sue canzoni, accompagnata da questo tratto musicale, reso unico dai suoi musicisti Raffaele Casarano e Mirko Signorile. Devo dire che si crea un’atmosfera davvero molto bella! In realtà la magia di “Euphonia” è proprio che il concerto non è mai uguale, c’è una costante improvvisazione e una costante sorpresa. E’ come un fiume: ci sono i sassi, c’è il momento quieto, c’è la cascata e questo flusso scalda il cuore ed eccita nello stesso tempo. Il concerto al Trianon è stato veramente meraviglioso, abbiamo anche fatto “Tu vuò fà l’americano” a sorpresa, nessuno se lo aspettava. All’inizio non l’ hanno nemmeno riconosciuta e questa è stata una cosa bellissima!!!
Lei è molto legato a Napoli, alla musica classica napoletana, è un attento studioso di questa canzone… Mah, “studioso” è un parolone, diciamo “studente”. “Studioso” implica una conoscenza minuziosa, approfondita. Io invece amo la musica napoletana, la considero la migliore musica popolare italiana, la mamma della canzone vera italiana, che è stata purtroppo distorta negli anni ‘60 dal periodo yèyè, da quel momento in cui si urlava assai. Invece io amo il canto, la tecnica, come la amava Dalla e come la amano tutti i grandi musicisti italiani
E’ vero, la musica napoletana unisce la melodia, quel suono dolce, quel retrogusto… Ma poi c'è la lingua, la lingua è meravigliosa, io sono proprio uno studente di lingua napoletana. Il napoletano è come la Formula 1 della lingua. L’italiano è una specie di rally, costringe a frenate: tutte le vocali alla fine della parola ti fermano, ti bloccano. Invece il napoletano scorre. Anzi quando la gente lo prende in giro esagera, sbagliando. Non è mai: “o saccio” è invece “o ssasc..” finisce prima, più morbido, scivola. Il napoletano, è una lingua meravigliosa che io vi invidio tantissimo.
Lei lo canta anche molto bene, perchè poi la sua storia familiare è legata alla musica classica: sua mamma era una cantante di Opera molto brava, tant’è vero che lei, quando viene al mondo viene cantando, si può dire così? Cantando lei, io piangevo come tutte le creature. Mia madre, invece, anzichè urlare come fanno di solito tutte le puerpere, cantava. Le dicevano “Spinga signora” “Ma come, con che cosa” “Spinga col diaframma” E lei ha piazzato un acuto che io sono schizzato fuori come eiettato da un aereo, scivoloso e fluido
Tornando alla musica “Extraterrestre” è la sua hit che viene rappresentata di più dal mondo delle radio. Al suo interno c’è una frase con cui lei anticipa quello che poi accadrà: qualche anno fa le hanno attribuito un asteroide e lei lo anticipa con “Vorrei una stella tutta mia” Mi devo accontentare di un asteroide, ma per me è stato un grandissimo onore datomi dall’astrofilo che ha scoperto la stella, di cui so benissimo il nome, ma che in questo momento non ricordo (succede a 70 anni): mi ha fatto questo grande onore e la prima cosa che ho pensato quando me lo hanno detto è stata che mio padre, che purtroppo non c’era più, sarebbe stato fierissimo di questa cosa, più di tutta la musica e i successi!!!
E’ molto bello perchè lei ovviamente con la musica ci fa sognare e le stelle sono un po’ da richiamo sotto questo profilo. Secondo me un asteroide col proprio nome fa parte di un certo percorso che va oltre alla bravura. Si tratta infatti di essere una persona che ha dato, ha lasciato e lascia ancora oggi tante belle cose attraverso l’arte e la musica Grazie. E’ uno dei grandi onori che la vita mi ha riservato, forse uno dei più grandi.
Ritorniamo a Euphonia, c’è una preparazione che fa da base di partenza? Ci sono 10 anni di lavoro insieme ai miei musicisti. Dal 2012 ci siamo visti occasionalmente 2, 3 forse 4 volte l’anno per dei concerti e 10 anni dopo abbiamo costruito questa Suite. La mia musica è sempre stata segnata molto da coloro con cui suono. A parte il cantare che faccio abbastanza bene, non sono un grande strumentista, non sono un grande pianista, nè un grande chitarrista e questo è molto frustrante per me. Tuttavia la mia grande fortuna, il mio grande talento è quello di tirare fuori dai musicisti cose che magari loro stessi non sanno di avere dentro. Mi piace trovare la vera natura di un musicista, la sua unicità, la sua essenza. Con Raffaele e con Mirko non c’è stato il minimo problema, sono musicisti di grande intelligenza. Puoi chiedere a chiunque fosse al Trianon l’altra sera, il livello di improvvisazione, il livello di musicalità! Pensa che abbiamo inserito nello spettacolo 2 canzoni napoletane, “Tu vuò fa l’americano” nella parte veloce e addirittura “Passione” come quinta canzone dopo “Oceano di silenzio” di Battiato. E’ stato così naturale! Ho detto: “Mi piacerebbe fare “Passione”, imparate gli accordi”. Ma loro sono in Puglia, io sono a Milano, non abbiamo avuto modo di provare. Ci siamo trovati in teatro per le prove alle 18 e in serata non ti saresti mai accorto che era la prima volta che le suonavamo davanti a un pubblico
Maestro il nome dell’ associazione di astrofili che le ha attribuito l’ asteroide, è l’EAN.. Sì, si può trovare facilmente. Se lei digita “asteroide Finardi” viene fuori, è nella classificazione della NASA. In realtà c’è un inghippo con gli asteroidi: sono gli unici oggetti che possono essere attribuiti a esseri normali. Molti artisti ce l’hanno, anche i Beatles e Bocelli. E quando uno scopre un asteroide lo può battezzare col nome che vuole. Invece sulla luna tutti i nomi devono essere di astronomi, su Venere devono essere tutti di donne, su Marte non lo so, ma potrebbero essere tutti guerrieri, insomma ci sono delle regole ben precise, le lune di Giove devono avere il nome dei figli di Giove che ne ha fatti per fortuna tantissimi. Rimangono quindi gli asteroidi. A me è stato attribuito questo, grande come l’Everest. Ma la cosa che mi fa più ridere è immaginare che si scontrasse con un altro asteroide e cambiasse traiettoria venendo verso la terra !!! “L’asteroide Finardi minaccia la terra” …sembra un film degli anni ‘50.
Molto interessante, io questa cosa non la conoscevo, a proposito di artisti e gruppi musicali che hanno il nome di asteroidi. Ho scoperto un mondo nuovo che è sempre bello conoscere(ndr)
Maestro Finardi io la ringrazio, la saluto e le rinnovo l’invito prossimamente qui a Napoli, quando sarà in Campania Spero di tornare presto grazie al bellissimo concerto di sabato scorso: mi sono più che divertito , è stata una grandissima soddisfazione e una gioia vera
Poi all’interno di una bomboniera com’è il Trianon, che di anno in anno cresce sempre di più sia per la qualità degli artisti che per la qualità dello spettatore, e questo è molto importante per la città di Napoli E’ inoltre un teatro con un’acustica perfetta. Ho fatto come ultimo pezzo, come saluto “Te voglio assai” (non so se è il titolo giusto) completamente a cappella. Senza microfono sono andato sotto la cupola , con la gente, la sala piena, come terzo bis e mi sono messo a cantare: si sentiva benissimo, solo voce, senza nessun filtro, senza nessun ostacolo o mediazione. Un posto straordinario e un pubblico straordinario
Ringraziamo il maestro Eugenio Finardi Buona giornata maestro Buona giornata e Forza Napoli
Articolo del
20/01/2023 -
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