È la musica il filo conduttore del primo romanzo di Francesco Giuliani, avvocato, appassionato di rock’n’roll (e sopratutti dei Rolling Stones), tastierista in svariati gruppi rock tendenza blues. “Ciò che resta della notte” è una storia di amore, sesso e morte - che ha per protagonista Julian, chirurgo affermato e di bell'aspetto - accompagnata da una ricca ed eccellente colonna sonora che fa da sfondo e sottofondo ad una trama che affronta in modo diretto temi come l’amore, la colpa e la tentazione di una nuova vita. Ed è proprio l’autore a raccontarci in questa intervista la nascita del suo primo libro
"Ciò che resta della notte" (Marlin editore) è un romanzo di passioni, ricerca dell'amore, sesso, tradimenti, ossessioni, amicizia, vuoto dell'anima e balsamo per la medesima. Insomma ci sono tutti gli ingredienti del rock'n'roll. Parafrasando Bruce Springsteen (anche se manca nella playlist): qual è stata la scintilla che ha scatenato l'incendio? Direi che la scintilla non è stata solo una, ma una serie di esperienze che ho vissuto nel corso della mia vita e che, messe insieme, mi hanno poi spinto a creare una storia che le contenesse e, in alcuni casi, le sublimasse. Penso che scrivere sia proprio questo: rielaborare le esperienze proprie o di chi ci sta vicino, analizzarle e farne un racconto nel quale gli altri possano identificarsi.
ll suo libro "suona come un juke box: è pieno di canzoni, concerti, liriche, riferimenti musicali e cinematografici. Addirittura, ogni capitolo ha la sua colonna sonora. Facciamo un gioco: abbini una canzone a ognuno dei personaggi È molto difficile rispondere perché a ciascun personaggio corrispondono più canzoni. Fra le tante, è davvero difficile scegliere, anche perché la musica è utilizzata nei modi più diversi: da colonna sonora “specifica” di alcuni fatti narrati a sottofondo di paesaggi o avvenimenti che si svolgono nel corso della storia. E alcune canzoni le ho inserite semplicemente perché mi sono venute in mente durante la scrittura. In ogni caso ci provo, ma senza pretesa di esattezza né completezza! E ne citerò due per personaggio. Una è davvero troppo poco! Julian: Love in Vain (Robert Johnson, nella versione dei Rolling Stones) e Hide me Babe (Garret Hedlund) Francesca: No Angel (Birdy) e Bad to The Bone (George Thorogood) White: Sensitive Kind (J. J. Cale) e Sad and Deep as You (Traffic) Frida: I’ll Put Angels Around You (Dr. Hook) e Have a Little Faith in Me (John Hiatt) Chuck: Mannish Boy (Muddy Waters) e To Leave Something Behind (Sean Rowe) Lara: Home (Foo Fighters) e Your Nature (Hothouse Flowers) Marianna: Take Me Back Home (Dave Gahan and The Soulsavers) e Songbird (Fleetwood Mac) Il Socio: Should I Stay or Should I Go (Clash) e Centerfold (J. Geils Band)
In ogni storia c'è qualcosa di autobiografico, che avvenga consapevolmente o meno. Troppo facile dire che Julian è l'alter ego di Giuliani, ma cosa c'è di suo o della sua vita nel libro? C’è tutto e nulla, nel senso che alcuni fatti sono certamente ispirati a ciò che io ho vissuto in prima persona. Per esempio, Julian è cresciuto a Napoli e poi si è trasferito a Roma, è un professionista, è un musicista dilettante ma appassionato. E quindi potremmo dire che la struttura del racconto può essere sovrapposta ad alcune parti della mia vita. Il resto, quanto ai fatti, è totalmente inventato. Ciò che sicuramente è molto presente, e totalmente autobiografica, è invece quella che io definisco la cultura rock’n’roll, che unisce me e Julian, anche se lui, tormentato com’è (e “ricevendo” il mio, di tormento, liberandomene), la vive a sprazzi e spesso più come petizione di principio che come elemento che permea totalmente la sua vita. Per “cultura rock’n’roll” intendo l’essere profondamente anti-conformisti (soprattutto sul piano emotivo più che meramente “estetico”), non avere mai pregiudizi, essere aperti agli altri, alle altrui idee, culture, colori (tranne quelli calcistici), sapori, follie. Essere rock’n’roll vuol dire aborrire ogni tipo di violenza, intolleranza, ostracismo “a prescindere”. E, naturalmente, vuol dire essere totalmente immersi nella musica rock, vero simbolo di libertà e amore. Come ha scritto il Corriere della Sera, recensendo il romanzo, “Giuliani-Julian” sono “entrambi […] drogati di musica”
Il suo protagonista è un professionista di successo e un uomo di bell'aspetto, ma anche un conquistatore seriale con alle spalle il trauma del suicidio della madre. Che cosa cerca davvero Julian nelle e dalle donne? Julian è tormentato perché è irresistibilmente attratto dalle donne e al contempo ne è spaventato. Ciò ha radici profonde e antiche, che risalgono alla perdita tragica della madre, avvenuta quando lui era un bambino. Rosalyn era una donna a sua volta tormentata e con difficoltà di comunicazione affettiva, e questa sua caratteristica lo ha poi condotto a cercare una moglie che in qualche modo rievocava questa incertezza affettiva. Nelle donne, quindi, Julian cerca sollievo, conferme, piacere, oblio. Ma anche, in modo tossico, dolore e dipendenza
Senza svelare il finale, che riserva un colpo di scena, possiamo dire che la storia assume sfumature noir. La possibilità di redenzione è per tutti o prima bisogna pagare il conto dei propri errori? La redenzione gratis è una pia illusione di chi vive in una realtà virtuale. Il nostro “viaggio al termine della notte” è necessariamente costellato di difficoltà, ostacoli, dolore, separazioni, ma anche di rivelazioni, scoperte, nuovi incontri, che magari ci accompagnano e ci fanno strada verso il bagliore
Ultima domanda difficile: nel romanzo lei cita decine di canzoni. Qual è quella che ne rappresenta meglio il significato? Se mi fa questa domanda sessantanove volte (tante quante sono le canzoni citate), potrei risponderle in sessantanove modi diversi. In questo momento, e penso a speranza e redenzione, mi viene in mente I’ll Put Angels Around You di Dr. Hook, ma fra un’ora, o domani, la risposta sarà sicuramente diversa
Articolo del
24/07/2024 -
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