Pubblicato dall’etichetta Emme Record Label, Polaris è il disco d’esordio del quintetto Trinetones, un disco che rispetta gli stilemi del jazz post-bop contaminandosi con le musiche popolari del sud Italia. La band nasce inizialmente come trio piano-less per poi diventare un quintetto formato da Giovanni Balistreri al Sax tenore, Filippo Schifano alla tromba, Domenico Sanna al pianoforte, Marco Lenoci al contrabbasso e Francesco Cotugno alla batteria. A raccontarci questo progetto sono i membri della band
Polaris è un disco in cui il jazz post bop incontra le vostre radici del sud Italia. Quanto sono importanti per voi queste radici se parliamo di musica? Le nostre radici del sud Italia, che abbiamo mescolato con il jazz in modo spontaneo, ci hanno contraddistinto creando un’identità al disco e al progetto. Pensiamo sia importante e meraviglioso per ogni artista, cercare un lato di noi stessi da esprimere in musica tanto da comunicare la nostra identità, da dove proveniamo e com’è il nostro modo di percepire e concepire l’arte
Polaris è anche un titolo evocativo che ci fa pensare all’idea di un viaggio compiuto in musica. E’ un tema fondamentale per voi? Sì, "Polaris" è un titolo che evoca sicuramente un viaggio, ma non solo in senso fisico. Il termine "Polaris" richiama la stella polare, che è storicamente il punto di riferimento per chi naviga, la guida che orienta i viaggiatori, soprattutto in territori sconosciuti. Nel contesto del disco rappresenta proprio questa idea di ricerca, di esplorazione ed inoltre, può essere visto come un viaggio che collega l'artista e l’ascoltatore, in un’esperienza condivisa
In un periodo come il nostro dove la musica ha raggiunto tante frontiere, contaminare e contaminarsi può essere un valore aggiunto per raggiungere nuove frontiere musicali? Assolutamente, la contaminazione musicale è un aspetto fondamentale nell'evoluzione della musica contemporanea. Una connessione tra diverse culture e tradizioni musicali, mescolare generi, suoni e influenze provenienti da mondi diversi può aprire porte verso territori musicali inaspettati e innovativi. La contaminazione non riguarda solo la fusione di stili diversi, ma anche l’influenza reciproca tra artisti, che si arricchiscono a vicenda con nuove idee, suoni e linguaggi. Nel caso del nostro disco i “feat” con Domenico Sanna e Filippo Schifano hanno aggiunto un meraviglioso innesto al sound con il loro modo di pensare l’armonia e le improvvisazioni.
C’è un filo conduttore, una storia o se preferite un concept che lega i vostri brani? I brani sono ispirati a storie, come quella di Geo Chavez, il primo aviatore a trasvolare le Alpi nel 1910 e a luoghi, come le Alpi e montagne perché probabilmente fanno da sfondo a questo progetto nato tra le Alpi Orobie. In due brani abbiamo un omaggio a John Coltrane e ad una strada di New York, in un altro ritroviamo l’orientamento tramite la stella polare. Infine il sud, la terra da cui veniamo. Il filo conduttore è l’insieme di esperienze vissute in prima persona o con l’immaginazione, con tutto quello che può ispirarci e affascinarci
La vostra storia come parte? Dove vi siete conosciuti e perché avete deciso di intraprendere questo cammino comune? Trinetones è un progetto che nasce dal nostro incontro nell’ottobre 2022 tra le valli bergamasche, dove ci eravamo appena trasferiti per motivi lavorativi dalla Puglia e dalla Sicilia. Tutti noi singolarmente eravamo interessati a conoscere musicisti e inserirci nell’ambiente musicale di Bergamo e dintorni, infatti ci conoscemmo in una jam session e decidemmo di incontrarci nelle settimane successive, data l’affinità, per costruire un sound tutto nostro con dei brani originali. Ancor prima di proporre e registrare dei brani originali alla Emme Record Label di Enrico Moccia, abbiamo auto-prodotto e registrato per conto nostro una demo di brani standard, con arrangiamenti originali, per affinare la nostra coesione nel sound e impratichire la scelta stilistica del piano-less. Il motivo per cui abbiamo deciso di intraprendere questo progetto assieme è sicuramente dovuto all’esigenza, di far splendere il più possibile il nostro lato artistico instaurando un sistema stellare triplo, capace di essere riconoscibile in un viaggio nell’universo musicale vasto e vario.
A un certo punto poi avete deciso di allargare l’ensemble. Perché questa scelta e che traguardo avete raggiunto? La ricerca di nuove sonorità sicuramente ci ha portati ad estendere la formazione in quintetto su alcuni brani. Avevamo la necessità di una sfumatura che esaltasse il colore del trio pianoless. La tromba di Filippo Schifano e il pianoforte di Domenico Sanna hanno magistralmente donato nuove timbriche al disco sui brani
Quali saranno invece le vostre prossime avventure? Avete già in mente un secondo disco e qualche data di cui ci volete parlare? Siamo intenzionati nel portare questo disco e questo progetto anche all’estero per intraprendere un’avventura che potrebbe contaminarci e arricchirci. Nel frattempo in primavera abbiamo concerti tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in estate parteciperemo ad alcuni festival del sud Italia. L’esigenza di scrivere e portare avanti idee nuove, magari variando nel timbro o anche nell’ensemble, non ci sta mancando quindi sicuramente queste idee potrebbero confluire in futuro in un nuovo lavoro discografico. Per ora è tutto in divenire e noi continuiamo a seguire la nostra stella polare
Articolo del
06/02/2025 -
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