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E’ attesa con insolito fervore, è lei Anja Plaschg, in arte Soap & Skin, il nome nuovo della scena elettronica indie. Ha appena venti anni ed è già considerata l’erede di Nico, l’indimenticata chanteuse dei Velvet Underground di Lou Reed, John Cale ed Andy Warhol. La primavera scorsa è stata invitata personalmente da John Cale al concerto tributo a Nico che si è svolto a Ferrara, la ritroviamo questa sera al pianoforte e voce, accompagnata da una sezione di archi da brividi.
Timida, dal fisico esile e minuto, Anja quasi scompare all’interno dell’abito lungo nero, di stampo ottocentesco, con cui si presenta in sala. Ma quando poi comincia a cantare, tutta la sua timidezza, tutta la sua fragilità, svaniscono nel nulla. Esegue Cry Wolf, The Sun e Thanatos tutti brani tratti da Lovetune From Vacuum, il suo primo album solista, e ci si accorge di come la sua anima crepuscolare sia dotata di un’energia selvaggia, quasi animale, nel modo in cui picchia sui tasti del suo pianoforte, oppure quando dà voce alla sua sfera più intima della sua persona nelle sue interpretazioni. Liriche tormentate e sofferte, un’atmosfera molto densa che ti avvolge e non ti permette di pensare ad altra. Una vocalità possente, non studiata, un’artista giovane e al tempo stesso antica, che ricorre all’elettronica ma che richiama ben altro alla mente, la protagonista di Cime Tempestose, per esempio, un’eroina sconvolta dal suo amore vissuto in segretezza, ma totale e senza freni. A volte le canzoni sono così belle che mettono paura, sono dei piccoli capolavori che hanno al tempo stesso un carattere epico e minimale. Siamo in presenza di una musica che denota echi lontani, classicheggianti, sinfonici, che nuota nello sperimentalismo più puro, che offre del mondo una prospettiva glaciale, austera e dolente ai confini fra gothic rock, elettronica e dark sound.
Un po’ Nico, un po’ Bjork, un po’ la Pj Harvey di White Chalk, la giovane Anja è sostanzialmente se stessa, una donna capace di dare voce alla sua disperazione e di trasformarla in arte, grazie ad un talento innato e ad una musicalità sopraffina e celeste.
Articolo del
14/04/2010 -
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