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E’ il nome nuovo della canzone italiana, ha grinta e talento da vendere, impronta i suoi live act alla Soul Music del periodo Motown e riesce a far registrare dei “sold out” dovunque vada ad esibirsi. Stiamo parlando di Nina Zilli, nome d’arte di Maria Chiara Fraschetta, 27 anni, da Piacenza, una ragazza davvero bella, educata al canto lirico, diventata poi vocalist di un gruppo punk e, in seguito, front girl di un gruppo reggae, di recente approdata ad un Rhythm & Blues e ad un Soul di ottima fattura.
Anche questa sera, al Circolo, è un altro “tutto esaurito” e lei quasi si lancia in scena per eseguire le sue canzoni, per entrare in contatto, quasi fisicamente, con il suo folto pubblico. Nina Zilli presenta dal vivo Sempre lontano, il suo nuovo album, un disco che è già in testa alle classifiche di vendite e che è molto trasmesso dalle radio. Sul palco con lei una “super band” composta da Gianluca Pelosi, al basso, Alessandro Soresini alla batteria, Cesare Nolli alla chitarra, Marco Zaghi al sax, Riccardo Gibertini alla tromba e Angelo Cattoni alle tastiere. Si comincia con Il Paradiso, e già la sezione ritmica e i fiati della sua band vanno che è un piacere. Tonalità alte, un groove davvero trascinante e un richiamo continuo agli Anni Sessanta, sono queste le caratteristiche del “sound” di Nina Zilli (Nina, in omaggio a Nina Simone, la sua cantante preferita). Belle anche Come il sole e Penelope, quest’ultima piacevolmente reggata. L’energia di Nina Zilli è contagiosa e devastante, si rivolge esplicitamente alle “donne con le palle”, quelle che rischiano in prima persona, quelle che affrontano la vita, e non la subiscono. Non c’è un attimo di pausa, le note de L’Inferno invadono la sala, ballano tutti, sorridono tutti, c’è grande gioia in questo gustoso e raffinato “Soul Revival” della Zilli. Ecco che arriva L’uomo che amava le donne, di certo il brano più atteso, quello che le ha procurato il Premio della Critica “Mia Martini” nella sezione Nuova Generazione dell’ultimo Festival di Sanremo. Cantano e ballano tutti, l’impostazione vocale di Nina e l’ambito delle sue canzoni ricordano molto lo stile di Amy Winehouse, che qui da noi - come sappiamo bene - può vantare molte seguaci. Ma il carisma di Nina ha un qualcosa di unico e inimitabile, e quando si mette a cantare Tutto bene il pubblico le rivolge ovazioni da stadio. E’ il momento di 50mila, il singolo di successo eseguito insieme a Giuliano Palma, inserito poi nella colonna sonora di Mine Vaganti, il film di Ferzan Ozpetek. E’ un tripudio di chitarre elettriche e di fiati, in quella che sembra essere l’incoronazione della nuova reginetta italiana del Soul e del Rhythm & Blues! Ecco Bacio d’a(d)Dio, dal titolo volutamente ambiguo, un inno a quella solarità, a quella sensualità che lei stessa rappresenta con il suo incedere fiero e sicuro sulla scena. Seguono brani come No Pressure, Bellissimo e , in prossimità della fine del concerto, L’amore verrà, una versione italiana del famoso You Can’t Hurry Love, vecchio hit delle Supremes di Diana Ross, portato al successo poi anche da Phil Collins.
Una serata fantastica, che rappresenta forse la consacrazione definitiva di un’artista in rapida ascesa, che dopo tanta “gavetta” ha trovato la formula giusta per imporsi all’attenzione di tutti.
Articolo del
05/05/2010 -
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