|
Il chitarrista americano, di fama internazionale (Alice Cooper, Vasco Rossi e Huey Lewis And the News), nell’ultimo intensissimo anno è stato in tour per promuovere il suo terzo album solista World, Universe, Infinity da cui è tratto il singolo e video Space Time, pubblicato dalla label indie Ultratempo. A seguito del tour Burns ha anche fatto uscire, di recente, un DVD. Nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato per voi. Eccone il resoconto.
Ciao Stef, benvenuto su Extra! Molti dei nostri lettori ti conosceranno come il chitarrista di Vasco, ma forse non tutti sanno che hai un tuo specifico progetto; com’è nato, e qual è la vostra proposta?
Avevo da molto tempo il mio progetto. Ora ho un ottimo gruppo composto dal tastierista / chiarrista Fabio Valdemarin di Trieste / Milano e dal batterista Juan Van Emmerloot dall’Olanda. Noi suoniamo in tutta Europa e il nostro gruppo è diventato una forza a sè stante.
Com’è, invece, lavorare con il Blasco?
Sempre magnifico. Artisti come lui sono rari. Mi sento fortunato. Lo amo.
Non è la tua sola collaborazione illustre; faccio qualche nome: Alice Cooper, Joe Satriani, Steve Vai, Nikki Sixx... Il fatto di essere originario della Bay Area, teatro di una vera esplosione metal negli anni ’80, ti ha influenzato come musicista?
Sono stato influenzato più che altro dalla musica rock degli anni 70, e poi dal jazz, dal blues e dalla fusion di tutti i tempi.
Infatti, nella tua formazione ha avuto grande importanza lo stile fusion...
Spesso sì, ma dipende dal pezzo. Recentemente sfrutto di più il rock e il blues ma in futuro non si sa mai...
Ascoltando la tua musica, si ha la sensazione che tu riesca a fondere nel tuo stile l’energia del rock, l’improvvisazione caratteristica del jazz e la melanconia del blues, insomma sei un chitarrista eclettico! Come fai?
É un segreto. Scherzo! Non lo so. É sempre stato cosi. Credo dipenda dal fatto che sono da sempre innamorato del jazz e del blues. In queste condizioni, l’improvvisazione caratteristica di questi generi viene spontanea, naturale.
Di recente hai dichiarato di aver cominciato anche ad apprezzare pezzi più d’atmosfera e meno tecnici rispetto ai tuoi precedenti album, Swamp Tea e Bayshore Road con Peppino D’Agostino...
Ho sempre apprezzato l'atmosfera, in tutti i miei dischi; ma nella musica, l’importante è sempre mettere il cuore al primo posto...
Che strumenti usi, anche in termini di amplificatori?
Uso principalmente la mia Fender Stratocaster, e amplificatori Marshall e Fender. Piano e sintetizzatori sono sempre presenti.
Con Vasco sarai ormai abituato a suonare nelle grandi location come stadi o teatri, ma sappiamo che ami ancora l’esperienza dei piccoli club o degli ambienti più raccolti. Quanto è importante la location, anche in termini di rapporto che si stabilisce con i fan?
La location non é la cosa più importante. L’importante è il pubblico, ed è fondamentale che il pubblico senta la musica come la sentiamo noi sul palco... Sentire la musica entrarti dentro.
Il video di Space Time ti vede “in azione” con la tua band, in un contesto estremamente rilassato e amichevole; ci parli un po’ della sua realizzazione?
Siamo diventati come fratelli. Ci divertiamo tanto quando siamo in giro e in studio e il video di Space Time rappresenta esattamente ciò che siamo.
Huey Lewis and The News: di cosa si tratta?
Uno dei gruppi più bravi e famosi negli Anni '80. Cosi bravi che ancora oggi facciamo lunghi tour in giro per il mondo. Abbiamo pubblicato un nuovo disco di classici soul per l’etichetta Stax/Volt di Memphis.
Com’è andato il World, Universe, Infinity Tour?
Molto bene. I miei fans qui in Italia sono i migliori che si possano avere.
Cosa ti aspetti dall’uscita di questo DVD? Cosa vorresti che arrivasse ai tuoi vecchi e nuovi fans?
Prima di tutto, spero che piaccia alla gente e che possa invogliarla a venire al miei concerti, perche per me la cosa migliore è la performance live.
Stef, tu ormai conosci bene l’Italia e senz’altro sai che da noi c’è una scena rock molto interessante, ma non adeguatamente supportata dai media e dal mercato: vuoi dire qualcosa ai ragazzi che scelgono di percorrere questa strada?
Innanzi tutto, di suonare per la gioia della musica. Di cercare di trovare il proprio suono originale - la propria voce. Poi, se c’è la possibilità di trasformare la passione in una professione, meglio ancora. So che é difficile ma non é impossibile.
Grazie del tempo che ci hai dedicato, e a presto!
Grazie a te!
Articolo del
09/05/2010 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|