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Dopo l’annullamento del concerto che si sarebbe dovuto svolgere un paio di settimane fa, determinato dall’impossibilità di raggiungere in aereo l’Italia, a causa delle polveri del vulcano islandese, ecco che Wayne Hussey, ex Sisters Of Mercy, ex The Mission, recupera la data romana e si presenta questa volta all’Init in perfetta solitudine, per uno show acustico di rara intensità e bellezza.
Wayne si alterna con regolarità alla chitarra acustica, al piano e... ad una bottiglia di Chianti, e ci offre un live act composto da riedizioni di vecchi brani dei Mission, di cover pregiate di brani appartenenti alla storia del rock (alcune delle quali inserite su Bare il suo album solo) e da nuove canzoni Messa da parte l’elettricità nervosa delle esibizioni dei Mission, costola del gothic wave dei Sisters Of Mercy, Hussey rielabora tutto il suo repertorio ed esegue splendide versioni di Beyond The Pale, di Like A Child Again, di Severina, di Tower Of Strength e di Butterfly On A Wheel mescolate con delle interpretazioni molto personali di Ashes To Ashes di David Bowie, di A Night Like This dei Cure, rallentata ad arte, di Like A Hurricane di Neil Young, e di With Or Without You degli U2. E’ una rilettura dal vivo del catalogo delle rock ballads più belle di tutti i tempi, e non mancano novità interessanti, come I’m Falling, un brano nuovo, una canzone molto triste ma davvero bella che ci viene presentato nella parte finale del concerto.
Il rispetto dello “schedule” previsto dalla serata non permette a Wayne Hussey di suonare di più, e lascia spazio al ritorno degli Ulan Bator, il gruppo francese che è ormai un punto di riferimento assoluto per tutto il movimento del post-rock europeo. La band guidata da Amaury Cambuzat, chitarra e voce, può contare su James Johnston (ex Nick Cave And The Bad Seeds, ex Gallon Drunk), su Alessio Gioffredi e su Stèphane Pigneul e coglie l’occasione per farci ascoltare in anteprima brani tratti da Ocean’s Rapture, il nuovo album del gruppo, in uscita fra una settimana. Sonorità fragorose e cariche di energia, all’interno delle quali spunta di tanto in tanto una ricerca melodica. Ma è lo sperimentalismo che prende il sopravvento, è il rumore che ci assorda, che ci permette di entrare a far parte dell’universo di Cambuzat e dei suoi compagni di avventura. All’interno del rock industriale degli Ulan Bator riconosciamo tratti di rock progressivo e del krautrock dei Neu! che evidentemente hanno esercitato una notevole influenza sulla band. Riconosciamo anche alcune delle composizioni oniriche e dissonanti tratte da Soleils, l’e.p. dello scorso anno, all’interno di un concerto si distingue per una ricerca assidua, che tiene impegnati sia il corpo che la mente, che non è mai meramente concettuale, che è sempre ai confini con l’avanguardia, che traccia in grandi linee il futuro del rock.
WAYNE HUSSEY SET LIST:
BEYOND THE PALE LIKE A CHILD AGAIN I'M FALLING DRAGONFLY ASHES TO ASHES A NIGHT LIKE THIS SEVERINA WASTELAND / LIKE A HURRICANE / LUCKY WITH OR WITHOUT YOU BUTTERFLY ON A WHEEL TOWER OF STRENGHT
Articolo del
11/05/2010 -
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